“La questione è alquanto semplice – ha esordito il dirigente del comparto funzione pubblica-sanità e fautore della nuova battaglia sindacale Franco Addessi - il personale infermieristico professionale vuole sapere se è, oppure no, tenuto ad utilizzare, come finora imposto dai responsabili del reparto, la postazione Poct, il mini-laboratorio dedicato alla gestione diagnostica che, secondo l’Azienda sanitaria ha permesso l’abbattimento dei costi legati al personale di laboratorio. Nel caso l’Asl ne imponesse l’utilizzo, gli infermieri, a fronte di un servizio supplementare, vogliono capire quando ed in che modo verranno loro rimborsate le relative spettanze economiche”. Nel 2003 infatti i responsabili Asl avevano stabilito un compenso di 4 euro a turno notturno per ogni infermiere che avesse attivato i Poct nel periodo compreso dal gennaio al dicembre del 2004. Ma pagata tale annualità nessun’altra incentivazione in questo senso è stata corrisposta da parte dell’Azienda. La Cgil ha quindi chiesto alla dirigenza aziendale se, data la competenza dei soli tecnici di laboratorio nell’utilizzo dei Poct, gli infermieri dovessero sentirsi obbligati ad utilizzarli e in caso affermativo il pagamento per il personale infermieristico del servizio svolto dal 2005 al 2008 per il cui ottenimento si è fatto ricorso all’avvocato Arnaldo Faiola. Nel caso non ci fosse l’obbligo di utilizzare i Poct da parte del personale infermieristico la Cgil ha invece chiesto che sia verbalizzato tale provvedimento affinché il personale sia esentato dal disagio di dover dire di no ad un primario che richieda un servizio per il quale non ci si senta idoneo. Addessi, con la speranza di un intervento risolutivo, ha infine rimesso la questione al governatore del Lazio Piero Marrazzo, assessore regionale alla Sanità ad interim.