Brillante operazione della Polizia di Fondi che ha portato al fermo di cinque albanesi e di una rumena indiziati di pesanti reati.Si tratta, infatti, di una presunta associazione a delinquere transnazionale finalizzata al compimento di furti e rapine, alla ricettazione, al riciclaggio e, per almeno due di loro, anche allo sfruttamento della prostituzione e alla riduzione in schiavit di ragazze dellEuropa orientale, alcune addirittura minorenni. Il blitz scattato allalba di ieri in via Concalve, nel centro storico di Fondi, e vi hanno preso parte una cinquantina di agenti provenienti anche dalla squadra mobile di Latina e dai commissariati di Terracina, Formia e Gaeta. Un sesto uomo, anchegli albanese ed attualmente in patria, ricercato. I fermi rientrano in uninchiesta pi ampia, avviata un paio di anni fa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che, sempre ieri ha portato allarresto di altre quindici persone di diverse altre province italiane. I dettagli sono stati illustrati in una conferenza stampa tenuta a Latina dal dirigente della squadra mobile Fausto Lamparelli e da quello del commissariato di Fondi Maurizio Mancini. Secondo gli inquirenti stata sgominata la cosiddetta banda della calzamaglia nera, cos denominata per via degli abiti scuri che indossavano durante i loro colpi notturni allinterno di ville ed appartamenti di Fondi, Terracina, Lenola, Itri e Monte San Biagio. Il primo a finire in manette stato Fatjon Hida, un 30enne albanese considerato il capo della cellula criminale che aveva la sua base pontina proprio a Fondi. Tra i suoi compiti quello di prendere contatti per adescare le ragazze nell'Est europeo e, soprattutto, organizzare le spedizioni in villa dei suoi quattro connazionali: i 26enni Dritan Buschi e Simon Alla, il 27enne Nan Marini e il 28enne Albert Voci. Le ragazze, ingannate con la falsa promessa di un lavoro onesto in Italia, sarebbero state poi sorvegliate dalla 34enne romena Mirela Caldararu. Alle giovani venivano sequestrati i documenti ed erano poi costrette a prostituirsi in strada o in case a luci rosse. Chi si ribellava, veniva picchiata e, in alcuni casi, venduta ad altri criminali. L'attivit principale della banda, come detto, riguardava per i furti in villa. Gli albanesi arrestati erano scelti per la loro giovane et e il fisico prestante, ideale per arrampicarsi sulle finestre. Ma soprattutto erano in qualche maniera insospettabili, perch regolari in Italia e con una vita a prima vista tranquilla, visto che di giorno lavoravano come elettricisti, facchini o manovali. Vivevano tutti nel centro storico di Fondi e mantenevano un profilo, per cos dire, basso, con uno stile di vita apparentemente normale. Di notte, invece, facevano razzie nelle abitazioni, soprattutto del litorale di Fondi ma anche nella campagne dei centri circostanti. Vestiti di nero e a piedi scalzi, entravano nelle case quasi sempre dopo aver praticato un foro in una finestra e, dopo aver narcotizzato solitamente i proprietari, arraffavano quanto possibile. Dai soldi ai gioielli, dagli elettrodomestici ai computer. Ma soprattutto automobili di grossa cilindrata da ricettare poi all'estero, soprattutto in Albania e Grecia. Spesso si rivolgevano a loro connazionali per gli spostamenti delle auto e degli oggetti rubati. Per questo le indagini non sono ancora concluse perch si cerca di individuare possibili complici e fiancheggiatori. Si stima che il giro di affari illeciti sfiori almeno il milione di euro visto che i furti addebitati allintera banda sono oltre centoventi. A partire dallestate 2006 i colpi notturni in abitazione erano diventati una vera e propria emergenza nel comprensorio di Fondi, in particolare sulla fascia costiera ma anche nelle contrade di San Magno e Le Querce. I sei fermi effettuati dalla Polizia fanno pertanto tirare un sospiro di sollievo a tutta la cittadinanza.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 16/05/2008 Ore 13:30