L’indagine, condotta dal sostituto procuratore Luigi De Magistris, riguarda la gestione della rete idrica calabrese. Besson, che è stato iscritto nel registro degli indagati insieme ad altre dieci persone, è coinvolto in quanto ex amministratore delegato della “Sorical”, una società pubblico-privata che gestisce il settore idrico, appunto, in Calabria; ed il cui 46,5 per cento del capitale è detenuto dall’azienda francese Veolia, la stessa presente anche nella quota di capitale privato di Acqualatina. La “Sorical” è una delle quattro società finite nel mirino della Procura di Catanzano che ipotizza i reati di abuso d’ufficio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e turbata libertà degli incanti. Secondo il PM De Magistris, la gran parte degli appalti affidati direttamente dalla “Sorical” sarebbero andati ad un gruppo di società, sempre le stesse, ricollegabili tra loro e che “avevano interesse anche con persone preposte ad uffici pubblici”. Un vero e proprio “cartello”, capace, secondo l’accusa, di decidere la percentuale di ribasso e il soggetto aggiudicatario di decine di appalti per un ammontare di diversi milioni di euro. Come noto, Besson era finito addirittura agli arresti domiciliari nell’ambito di un’analoga inchiesta della Procura della Repubblica di Latina relativa all’affidamento di appalti cosiddetti in house. Il Tribunale del riesame lo aveva però rimesso in libertà insieme a Silvano Morandi e a Gian Marie Pons, rispettivamente amministratore delegato e consigliere del CDA della società che gestisce il servizio idrico nel nostro territorio. Un paio di settimane fa, tra inevitabili polemiche e perplessità, i tre – che restano comunque tuttora indagati per truffa aggravata, falso ideologico e abuso d’ufficio - erano stati confermati nel loro incarico dall’Assemblea dei Soci di Acqualatina.