Resta acceso il dibattito politico ad Itri relativamente alla delibera con cui un paio di mesi fa la giunta comunale ha concesso il pegno sulle azioni detenute in Acqualatina, a sostegno del mutuo di circa 115 milioni di euro contratto con una banca irlandese dalla societ pubblico-privata che gestisce il servizio idrico integrato nella provincia pontina.Largomento stato oggetto di discussione nel consiglio comunale di luned scorso durante il quale lopposizione ha ribadito critiche e perplessit su tale scelta. Il mutuo in questione, finalizzato in particolare a finanziare gli investimenti di Acqualatina, oggetto di polemiche perch ad assumersi le conseguenze di un possibile mancato rimborso sarebbe la parte pubblica, e dunque i Comuni appartenenti al cosiddetto Ambito Territoriale numero 4. Gli amministratori della societ che gestisce il servizio idrico in provincia di Latina e la stessa Segreteria Tecnica Operativa, lorganismo cui spetta sostanzialmente il controllo sugli atti assunti, hanno invece negato questa eventualit; evidenziando invece gli enormi benefici in termini di nuove e pi funzionali infrastrutture al servizio proprio dei Comuni. Il centrosinistra e alcune associazioni ribadiscono per che il finanziatore pu anche prendere le quote dei soci pubblici. I veri rischi del mutuo sono per i Comuni e, nel caso ci siano sbilanci, i sindaci non potranno fare altro che aumentare ancora le tariffe. Per perfezionare il finanziamento, Acqualatina deve garantire un pegno su almeno il 67 per cento delle sue azioni. Il socio privato, che ne detiene il 49, ha gi dato il suo assenso. Ora tocca ad una parte di Comuni per, complessivamente, almeno il 18 per cento. Itri, che detiene quote per meno delluno per cento pari a circa 200mila euro, era stato il primo a decidere in merito; ma anche a seguito della discussione dellultimo consiglio comunale lesecutivit della citata delibera di giunta stata sospesa. Si tratta comunque di una decisione di natura, per cos dire, etica ha spiegato il sindaco Giovanni Agresti. Crediamo sia pi giusto aspettare le decisioni in merito anche da parte dei Comuni pi grandi, a partire da Latina ha aggiunto il primo cittadino itrano chiarendo che, almeno per ora, la questione non torner in consiglio comunale perch stata gi ampiamente dibattuta. Agresti ha poi ribadito che non ci sono rischi per la patrimonialit del Comune e che, in caso di fallimento o insolvenza di Acqualatina, Itri sarebbe comunque chiamato a rispondere in proporzione alle sue quote, pari ad appena lo 0,86 per cento e, come detto, a poco pi di 200mila euro. Si tratta inoltre ha aggiunto il sindaco di fondi che non incidono sul bilancio comunale e quindi non si sarebbero in ogni caso pericoli di ricadute negative per i cittadini. Lo stesso Agresti ha negato infine il rischio che una scelta del genere possa portare alla perdita del diritto di voto nellassemblea dei sindaci dellAmbito Territoriale in cui opera Acqualatina. Si tratta di un comportamento superficiale e gravemente lesivo degli interessi collettivi, messo in atto dalla giunta senza che il consiglio comunale sia stato coinvolto aveva invece commentato lopposizione di centrosinistra chiedendo la revoca della deliberazione di giunta.
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a cura di La Readazione
pubblicato il 15/05/2008 Ore 14:12