per la comunità, vorrei pure dire che conosco un'altra Lenola che mai o quasi mai appare: è tanto silenziosa e invisibile quanto produttiva e forte ed è la Lenola delle associazioni di volontariato, del servizio civile alle persone diversamente abili, del recupero scolastico, dello sport, della cultura… dei catechisti, degli educatori ed animatori di associazioni laiche e cattoliche che incontrano praticamente quasi tutti i ragazzi e i giovani specialmente quelli che si definiscono a rischio. Questi in particolare, grazie a questa rete di volontariato e di assistenza, hanno migliorato le loro capacità di relazionarsi con la famiglia e con il mondo esterno, hanno trasformato il loro stile di vita ed appreso una progettualità del futuro e per il futuro. Certo molto resta ancora da fare – ha poi sottolineato il sacerdote - educare non è stato mai facile, lo sanno bene i genitori, gli insegnati, i sacerdoti. Quella che avverto è una vera e propria 'Emergenza educativa', come Papa Benedetto XVI, ha recentemente scritto. Emergenza educativa che chiama tutti ad un senso di responsabilità. Responsabilità che deve essere sentita anzitutto come responsabilità personale, e poi anche collettiva. E' semplicistico scaricare la responsabilità sulla "società", tanto più quando questa è arricchita da tante energie positive e propulsive di bene. Lenola non è un far west, è un laboratorio di cose buone, belle, un laboratorio di speranza per tutti, anche per quelli che hanno potuto sbagliare, che hanno intrapreso, per errore, una strada sbagliata. La visita della Madonna pellegrina di Fatima – ha concluso poi il parroco di Lenola Adriano Di Gesù - sarà una felice occasione per giovani e adulti: per riflettere, per pregare, per ricominciare con maggiore entusiasmo un cammino tanto faticoso quanto entusiasmante qual è quello dell'educare, sulle orme di Maria, che proprio qui a Lenola chiamando a conversione il giovane Gabriele Mattei gli indicò nella mitezza, nella pace, nel perdono, la via per una nuova vita che nei fatti egli realizzò”.