Nuovi sviluppi nellambito del procedimento penale connesso allormai nota operazione Damasco, linchiesta sulla presunta usura aggravata da modalit mafiosa che, ormai un mese fa, ha portato in carcere quattro persone residenti a Fondi. Il Riesame di Roma si infatti pronunciato relativamente allistanza di revoca dellordinanza di custodia cautelare presentata dai legali di tre degli indagati.
Il Tribunale ha confermato la custodia in carcere per lex imprenditore ortofrutticolo di 72 anni originario della Calabria, attualmente rinchiuso nel carcere di Lanciano; e quella ai domiciliari per il geometra fondano di 48 anni. Concessi invece i domiciliari per il commerciante 37enne fondano che per un mese rimasto rinchiuso nel carcere di Latina. Prevedibile la soddisfazione da parte dei suoi legali difensori, gli avvocati Giulio Mastrobattista e Fabrizio Di Sarra, i quali hanno evidenziato tra laltro come nei suoi confronti venga contestata lipotesi di reato di usura senza laggravante mafiosa e come il suo stato di incensurato gli dia diritto alla sospensione condizionale della pena. Per quanto riguarda il quarto indagato, vale a dire lagente immobiliare fondano di 39anni al momento rinchiuso nel carcere di Pesaro, il Tribunale della Libert si pronuncer presumibilmente a met della prossima settimana. Il Riesame stato chiamato ad esprimersi per la seconda volta dopo che, alla prima ordinanza di custodia cautelare disposta dal Tribunale di Latina il 13 febbraio scorso, era seguito il 3 marzo analogo provvedimento da parte del GIP di quello di Roma. Anche in occasione dellesame della prima istanza, il collegio della Libert aveva concesso i domiciliari al 37enne fondano che gestisce un supermercato a SantAnastasia ed un bar-tavola calda tra Fondi e Sperlonga. La sua posizione parrebbe dunque alleggerirsi. Sembra invece tenere, almeno finora, limpianto accusatorio nei confronti degli altri arrestati. Una volta conosciute le motivazioni della decisione del Tribunale del Riesame, i loro legali sarebbero comunque intenzionati a presentare ricorso in Cassazione per la revoca della misura cautelare. Gi in fase di interrogatorio di garanzia gli avvocati hanno infatti sostenuto linesistenza di qualsiasi attivit usuraia spiegando che i loro assistiti si sono limitati esclusivamente ad intrattenere rapporti finanziari e commerciali con le presunte vittime. Di tuttaltro genere la ricostruzione dei fatti da parte degli inquirenti, secondo i quali a Fondi ha operato una vera e propria associazione a delinquere di stampo mafioso che prestava soldi a strozzo a commercianti ed imprenditori in difficolt, con tassi annui fino al 120 per 100 e con un approssimativo giro daffari di ben due milioni di euro.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 15/03/2008 Ore 14:35