Resta in primo piano nel dibattito politico regionale, con ovvie ripercussioni anche nel nostro comprensorio, la spinosa questione dellingente debito del settore sanitario del Lazio.Il problema stato riproposto ieri in un convegno organizzato a Roma dalla CGIL durante il quale il presidente della Regione Marrazzo ha chiamato clamorosamente in causa il Consiglio dei Ministri. Il Governo ha detto infatti il presidente - deve restituirci al pi presto ben due miliardi e 200 milioni di euro, per altro gi stanziati, che noi abbiamo anticipato per ripianare il debito". "Siamo pronti a continuare la verifiche - ha proseguito Marrazzo - ma le risorse che ci spettano devono entrare nelle casse regionali perch sono un tassello indispensabile per garantire dal 2008 un funzionamento normale del sistema. Durante il suo intervento il governatore del Lazio ha poi ricordato la decisione del governo di non ricorrere al commissariamento della sanit regionale in virt degli interventi attuati dalla giunta e delle proposte di risanamento da realizzare a breve; ed ha richiamato le forze politiche ad un riconoscimento delle importanti decisioni politiche effettuate dal giugno del 2005 ad oggi. I ministeri dovrebbero esaltare la strada che stiamo percorrendo per risanare la sanit ha detto Marrazzo riferendosi in particolare alle recenti dichiarazioni del direttore generale del Dipartimento programmazione del ministero della Salute, Filippo Palombo, secondo cui "tutte le Regioni stanno migliorando i propri conti tranne il Lazio". Per Marrazzo "il Lazio invece l'unica Regione che sta applicando il piano di rientro; e anche se non abbiamo raggiunto ancora tutti i risultati, ci saremmo aspettati un riconoscimento del lavoro svolto". Un appello infine alle forze sindacali per continuare a lavorare insieme e in armonia rispetto alle sfide che il piano di rientro della sanit comporta, ribadendo che c bisogno di per trovare il giusto equilibrio tra il risanamento finanziario e la tutela di tutti i lavoratori. Per risanare il debito la Cgil propone dal canto suo un piano di rientro suddiviso in cinque anni invece che in tre. L'idea viene per bocciata dal consulente del ministero della Salute Claudio De Vincenti che la considera un affiancamento troppo lungo da parte dei tecnici dei ministeri, mentre bene che la Regione Lazio sia completamente autonoma il pi presto possibile. Per la CGIL riorganizzare il sistema significa soprattutto spostare le cure dall'ospedale al territorio; e per farlo ogni singola Asl deve destinare un budget di spesa ai Distretti sanitari; affermare un ruolo centrale per i medici di famiglia, garantendo la continuit assistenziale di almeno 12 ore al giorno e intervenire sull'appropriatezza della prescrizione dei farmaci. Un Piano modificato rispetto all'attuale che, secondo il segretario regionale del sindacato, Cesare Chiazza, ispirato a logiche economiciste incapaci di coniugare il risanamento con lo sviluppo del sistema sanitario.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 06/02/2008 Ore 16:16