Ancora in primo piano linchiesta sui cosiddetti affidamenti in house degli appalti di Acqualatina, la societ pubblico-privata che gestisce il servizio idrico integrato nella nostra provincia.Tre delle sei persone finite nei giorni scorsi agli arresti domiciliari hanno infatti deciso di dimettersi dagli incarichi attualmente ricoperti nel consiglio di amministrazione della societ. Si tratta dellamministratore delegato Silvano Morandi, del vice-presidente Raimondo Besson e del consigliere Louis Marie Pons. Non escluso che la scelta possa essere legata anche ad una precisa strategia difensiva in vista della riunione del Tribunale del riesame che luned prossimo dovr pronunciarsi sulla richiesta di revoca della misura restrittiva. Lasciando i loro incarichi, gli indagati sarebbero, in sostanza, maggiormente in grado di dimostrare di non avere la possibilit di inquinare le prove e reiterare il presunto reato. Intanto si attendono le determinazioni di Idrolatina, il socio privato di Acqualatina che dovr necessariamente nominare altri rappresentanti allinterno del consiglio di amministrazione attualmente composto solo dagli esponenti di parte pubblica, tra cui come noto il senatore fondano Claudio Fazzone che ne presidente. Come ampiamente riferito nelle precedenti edizioni del nostro tg, linchiesta della Procura della Repubblica di Latina - che ha coinvolto anche lex presidente del gestore idrico nonch della Provincia Paride Martella e i due precedenti amministratori delegati Bernard Cyna e Giansandro Rossi - ipotizza una serie di reati, commessi tra il 2002 e il 2004, che vanno dallassociazione a delinquere allabuso d'ufficio, dalla frode nelle pubbliche forniture al falso ideologico in appalti pubblici e alla truffa aggravata. Agli indagati, che nel corso dellinterrogatorio di garanzia hanno respinto le accuse dichiarando di aver agito in piena legittimit tanto da presentare istanza di revoca dellordinanza cautelare, si contesta l'affidamento diretto di appalti per circa 15 milioni di euro a societ collegate al partner privato di Acqualatina senza il ricorso ad alcuna gara ad evidenza pubblica. Sarebbe stata cos violata la libera concorrenza; inoltre sarebbero aumentati i costi a carico della parte pubblica e ci sarebbe stata una sorta di conflitto dinteressi visto che spesso coincidevano le persone che appaltavano un lavoro con quelle che dovevano realizzarlo. Si contesta anche il mancato pagamento di penali per il ritardo nella consegna dei lavori. C poi la questione dei cosiddetti pareri di congruit in base ai quali tecnici pagati dalla stessa Acqualatina giustificavano i corrispettivi da riconoscere alle ditte cui venivano aggiudicati gli appalti.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 02/02/2008 Ore 14:37