All'apertura dei lavori del Consiglio comunale di mercoled 27 giugno, il Consigliere PD Bruno Fiore ha letto questo breve ricordo di Mario Berti."In un periodo di antipolitica imperante, in cui sembra che le istituzioni, tutte, magari anche questo Consiglio Comunale, siano diventate uno strumento obsoleto e inadeguato per gestire la cosa pubblica, e tutta la classe di governo, maggioranza o opposizione non importa, sia da rottamare perch considerata, nella migliore delle ipotesi, incapace di comprendere le necessit, i bisogni, le aspettative dei cittadini, mi fa piacere ricordare con affetto, non solo un compagno di strada con cui ho condiviso una parte del mio percorso politico, ma un uomo perbene, un amministratore onesto e competente che, approdato quasi per caso (prima glielo aveva chiesto il Partito, cos si usava allora, e gli elettori lo avevano confermato) in questo Consiglio Comunale agli inizi degli anni settanta pur essendo contemporaneamente Consigliere Regionale del Lazio.
Parlo di Mario Berti, sezzese di nascita e diventato fondano di adozione politica, militante e dirigente dellallora Partito Comunista, dirigente sindacale e poi pubblico amministratore nella sua citt e, per un mandato, nel Consiglio Comunale di Fondi.
Erano gli anni della cosiddetta Prima Repubblica,
con i grandi Partiti identificati da pregnanti connotazioni ideologiche, dei Sindaci, per restare allambito locale, eletti nei e dai Consigli Comunali, degli Assessori che erano contemporaneamente Consiglieri Comunali e, in tale veste, valutavano i loro atti e le loro scelte di componenti della Giunta Municipale.
Erano gli anni in cui i Comuni non avevano autonomia impositiva (fatta eccezione per la Tassa Rifiuti) e quasi tutte le entrate erano frutto di un ristorno di entrate erariali nazionali, dei Segretari Comunali scelti ed alle strette dipendenze delle Prefetture che li nominavano, anni nei quali gli atti delle Amministrazioni Locali erano sottoposti al controllo vincolante, prima della Giunta Provinciale Ammnistrativa di nomina Prefettizia, e poi del Comitato di Controllo dopo lintroduzione delle Regioni in realizzazione della previsione Costituzionale.
In quel contesto, quasi in apparente disarmonia con il taglio fortemente ideologizzato di quei consessi, Mario Berti era, stato, uomo delle istituzioni, forte nei valori di onest intellettuale e personale, meticoloso nel documentarsi sui temi in discussione, pronto al dialogo, al confronto senza disdegnare, quando necessari ed inevitabili, i toni accesi e duri sui temi di grande portata da cui dipendevano le sorti della comunit che era chiamato ad amministrare.
La sua presenza nel nostro Consiglio Comunale coincise con il varo definitivo del nostro Piano Regolatore Generale e lui seppe cogliere con grande intelligenza e con spirito di servizio limportanza del tema in discussione; si fece carico di rappresentare quelle che riteneva le necessit pi pregnanti del nostro territorio e, anche nelle inevitabili asprezze che si determinano quando si chiamati a fare scelte che, inevitabilmente, finiscono per avvantaggiare alcuni e penalizzare altri soggetti; lui seppe rappresentare un saggio punto di equilibrio su alcuni temi, una forte e vigorosa opposizione per le scelte che riteneva fortemente penalizzanti per il nostro territorio incarnando cos il modello di uomo politico, di amministratore, scevro dalla ricerca di facili popolarit che si ottengono proponendo atti che si mostrano sensibili solo agli interessi di pochi perch la maggioranza dei cittadini non sufficientemente informata per comprendere le controindicazioni, i danni futuri, di alcune improvvide decisioni; Mario Berti si mostr anche capace di accettare le ragioni dei propri interlocutori (quelle condivisibili) ma fu sempre fermo, rigoroso, intransigente nel proporre, difendere le ragioni prevalenti dellinteresse generale dinnanzi alle pressioni dei portatori di interessi particolari, (da comprendere, e da valutare sempre), evitando per che siano questi a prevalere su quello che si considera, da pubblici amministratori, linteresse preminente di una comunit.
Di questi uomini, sicuramente di parte, ma sempre apprezzati anche dai loro avversari per il loro senso profondo delle Istituzioni, che la nostra democrazia, anche in un piccolo microcosmo come questo Consiglio Comunale, che ha avuto lonore di averlo quale suo illustre componente, che io, e spero tanto anche voi tutti, sento grande bisogno, grande rimpianto e grande nostalgia quando lasciano questa vita, ma non le nostre menti ed i nostri cuori".
Articolo
a cura di La Redazione
pubblicato il 29/06/2012 Ore 20:09