Tutto è cominciato quando, non molto dopo l’entrata, l’insegnate che si trovava in un quinto ha chiesto le giustificazioni per dei giorni di assenza passati, non riscontrandole a due ragazzi, i quali sono stati indirizzati verso la presidenza. Qui, uno dei due che era in possesso del libretto delle giustificazioni, si è beccato la solita ramanzina ed è stato rimandato in classe. Il secondo, invece, oltre al duro rimprovero, per una giustificazione che mancava da diversi giorni, è stato giudicato dal preside non idoneo a tornare in aula, fin quando non in possesso della giustificazione scritta firmata da uno dei due genitori. A questo punto, il minore ha provato a dire che sia la madre che il padre erano fuori città, ma il dirigente scolastico non ha voluto sentire spiegazioni invitando l’alunno ad andare via e a tornare solo in possesso della giustifica. Questo, appena fuori dalle mura della scuola, non si è arreso cercando prima di contattare telefonicamente i genitori, i quali erano irraggiungibili e poi chiamando i Carabinieri, che nel giro di non molto sono arrivati a scuola. Di qui, è stato un normale muro contro muro tra il preside dell’istituto e l’alunno non in regola. Così, dopo una lunga discussione alla presenza anche dei Carabinieri, ha prevalso il buon senso con il preside che ha fatto entrare il ragazzo in aula, anche se con annotato sul registro di classe che «l’alunno non poteva essere ammesso senza il visto della presidenza». Alla fine tutto si è risolto con lo scomodo da parte dei Carabinieri e una giornata movimentata per qualche alunno. La situazione, comunque, è molto singolare poiché il dirigente ha sicuramente applicato alla lettera la normativa, ma allo stesso tempo, rimane il dubbio se sia lecito lasciare un minorenne fuori dalla scuola, ancor più se questo voleva tornare in classe.