L’iniziativa è stata sostenuta da esponenti ambientalisti di Fondi e Monte S. Biagio, da amministratori comunali dei due centri, da cooperative anche di pescatori, da presidenti di organizzazioni di categoria, come la Coldiretti e la Confagricoltura di Latina, l’Arsial, la Cia di Frosinone, dal consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, dall’Accademia nazionale della scienza, dai responsabili del Parco Naturale degli Aurunci e del Monumento Naturale del Lago di Fondi e dall’assessore regionale all’agricoltura Daniela Valentini. L’affollato convegno si è tenuto nell’oasi del “Laghetto degli Alfieri” e ha riguardato soprattutto l’agricoltura nelle aree protette, oltre alla rivalutazione della risorsa legata alla pesca lacuale. In un territorio in cui sorgono superfici protette come quelle del Parco degli Aurunci e del Monumento del Lago di Fondi, e presto, quella del Parco dei Monti Ausoni, “l’agricoltura di qualità” potrebbe rappresentare un importante risorsa economica ed occupazionale. L’assessorato regionale ha monitorato “la situazione dell’agricoltura nei parchi del Lazio, scoprendo – si è detto al convegno – che c’è molto da fare”. Il Sud pontino, poi, potrebbe rappresentare la punta di diamante di offerte di qualità con la creazione “di farmer’s markets, della filiera corta, puntando sulla trasparenza dei prezzi e sui marchi di qualità, preservando la bellezza del territorio rurale, in un percorso partecipato con gli agricoltori”. Molti i prodotti di qualità già individuati nelle aree protette fondane. Si va dalla salsiccia al coriandolo, alla mozzarella della Piana, alle olive, al formaggio marzolino, alle melanzane e alle calamite del Lago di Fondi.