Sempre in primo piano la difficile situazione finanziaria della sanit del Lazio, alle prese come noto con un debito di oltre nove miliardi di euro e con un piano di rientro del disavanzo di gestione annuale per lapplicazione del quale si rendono obbligatori riorganizzazione e tagli di servizi e personale.Proprio la mancata applicazione dei parametri di questo piano potrebbe portare al commissariamento del settore da parte del Governo, anche se almeno per ora il rischio sembra meno concreto di qualche settimana fa. Pi che fiducioso a tal proposito il presidente della Regione Piero Marrazzo, che nei giorni scorsi ha assunto direttamente, seppur per non pi di un mese, la delega alla sanit revocata allormai ex assessore Augusto Battaglia; tra non poche polemiche, fra laltro, anche allinterno della sua stessa maggioranza di centrosinistra, ora attesa, a quanto risulta, da un rimpasto di giunta che potrebbe provocare pi di qualche scossone politico a circa due anni dalla scadenza naturale della legislatura. ''Non ci sono le condizioni per il commissariamento, per il semplice motivo che non intacchiamo l'economia del Paese. Da due anni il Lazio si paga la propria sanit e il suo deficit, mantenendo inalterati i livelli essenziali di assistenza'' ha, appunto, dichiarato Marrazzo. ''Ho fatto la scelta di riassumere la delega alla sanit ad interim - ha proseguito il Presidente - per riconfermare le scelte che abbiamo fatto in tre anni anche grazie allimpegno di Battaglia che ringrazio di cuore. Abbiamo riavviato il risanamento, pochi giorni fa il Presidente del Consiglio Berlusconi ha fatto un punto sulla situazione e il clima di confronto istituzionale e' ai massimi livelli''. ''Sono molto sereno - ha precisato Marrazzo - ma nello stesso tempo molto determinato. Insieme alla Lombardia siamo la Regione che paga pi tasse e ha meno ritorni'' ha aggiunto il Governatore laziale, secondo il quale per sostanzialmente necessario rimodulare il piano di rientro sottoscritto due anni fa con lallora Ministro dellEconomia Padoa-Schioppa. Credo si debba rivedere la scansione temporale di quel piano, che e' dinamico e non scolpito sul marmo" ha affermato il Presidente, assicurando comunque che saranno mantenuti fermi gli obiettivi di riduzione della spesa e di organizzazione del sistema, senza chiedere risorse aggiuntive allo Stato; ma semmai chiedendo il rispetto degli impegni presi dal Governo sulle risorse che ci spettano e che per non sono state mai trasferite". Si tratterebbe di ben cinque miliardi di euro circa. Al di l della rimodulazione o meno del piano, resta comunque lesigenza di provvedimenti anche impopolari che quasi sicuramente incideranno anche sulla sanit del nostro comprensorio. Per risparmiare risorse bisogner infatti bloccare il turn-over, evitare cio di assumere nuovo personale quando medici o infermieri vanno in pensione; tagliare centinaia di posti letto e, a quanto risulta, chiudere gli ospedali con meno di 120 posti; diminuire drasticamente la spesa farmaceutica; ridefinire i protocolli dintesa e superare gli accreditamenti provvisori con i Policlinici Universitari; ridurre del 10 per cento i reparti; accorpare presumibilmente alcune ASL per ridurne il numero e le spese. Misure che, direttamente o indirettamente, finiranno per incidere sulla vita quotidiana dei cittadini-pazienti, soprattutto dei pi deboli. I quali sperano, ovviamente, che il diritto alla salute costituzionalmente garantito venga comunque sempre prima di qualsiasi altra esigenza.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 13/06/2008 Ore 12:32