Ennesima protesta da parte degli infermieri dellospedale di Fondi, questa volta a causa degli irrisori rimborsi per il cosiddetto buono pasto. Secondo quanto si appreso, qualcuno di loro, per un periodo di ben sette anni, avrebbe ricevuto appena quattro euro, altri tra i 12 e i 16.Questi importi oggettivamente assurdi hanno naturalmente spinto ad adire le vie legali circa duecento infermieri di tutta la provincia, che rivendicano i diritti sanciti dal contratto nazionale e disciplinati da un decreto legislativo del 2003. Ad assisterli legalmente in particolare lavvocato fondano Arnaldo Faiola che ha inoltrato una sequela di vertenze dello stesso tipo al giudice del lavoro. "E' assurdo spiega lavvocato - che l'Azienda Sanitaria provinciale, pur sapendo di dover corrispondere le spettanze dovute, si ostini a negarle, costringendo gli aventi diritto ad adire le vie legali, con una spesa che per l'ASL finisce per triplicarsi, come dimostrano precedenti casi di contenzioso simile. Da un punto di vista sociale prosegue lo stesso avvocato che, come noto, anche consigliere comunale di Fondi Viva - inconcepibile che ci si ostini a voler negare quanto loro dovuto a una categoria di personale cos importante e meritevole. Lavvocato Faiola illustra poi le clausole giuridiche che motivano i requisiti per la richiesta dei buoni pasto. "La circolare 19679 del settembre 2001, a firma dell'allora direttore ASL Benito Battigaglia, ne attribuiva il diritto a chi effettuava turnazioni "di almeno otto ore continuative". A ribadire il concetto giunse anche il decreto del presidente del consiglio del 18 novembre 2005, secondo cui i buoni pasto 'spettano ai prestatori di lavoro subordinato, a tempo pieno e parziale, anche qualora l'orario di lavoro non prevede una pausa pranzo". Inoltre, nel 2005, l'ARAN, lAgenzia per la Rappresentanza Negoziale nelle pubbliche amministrazioni, ha dichiarato che "il contratto nazionale del 1996 stabilisce che al dipendente spetta il buono pasto se svolge un orario di lavoro superiore alle sei ore, ponendo come condizione imprescindibile che venga effettuata anche la relativa pausa di trenta minuti". L'ultimo atto "scritto" del lungo contendere, risalente al 31 marzo scorso, porta la firma dellattuale direttrice generale della ASL Ilde Coiro. "LAzienda si legge nel documento - formalmente impegnata a corrispondere entro e non oltre il 31 maggio 2008, a favore di tutti i dipendenti aventi diritto, ricorrenti e non, il corrispettivo del cosiddetto "buono pasto" dagli stessi maturato a decorrere dall'entrata in vigore della normativa attuativa del servizio mensa, a fronte dei turni di servizio effettivamente prestati nei giorni in cui la mensa non risultava operativa e precisamente nei giorni festivi, nonch nel turno che va dalle ore 14 alle 22". E in effetti, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, questi buoni pasto sono stati corrisposti nei giorni scorsi a circa mille e cinquecento infermieri di tutta la provincia; con laccredito nella busta paga di maggio di arretrati che vanno da un minimo di 800 ad un massimo di 1.500 euro. Un trattamento che per avrebbe, a quanto pare, favorito i dipendenti di alcuni ospedali rispetto ad altri, tra cui appunto quello di Fondi. In attesa di chiarimenti o smentite, la vicenda alimenta prevedibilmente ulteriori polemiche rispetto alla costante penalizzazione della struttura di via San Magno, denunciata ormai da anni dallamministrazione comunale e da varie associazioni, ed imputata allattuale governo della Regione e alla stessa ASL che ne emanazione.
Articolo
a cura di La Redazione
pubblicato il 30/05/2008 Ore 17:34