Importanti novit nellambito del procedimento penale connesso allormai nota operazione Damasco, linchiesta sulla presunta usura aggravata da modalit mafiosa che, il 13 febbraio scorso, ha portato in carcere quattro persone residenti a Fondi.Ieri era in programma la discussione presso il Tribunale del Riesame di Roma dellistanza di scarcerazione presentata dai legali di due degli indagati, un commerciante di 37 anni attualmente rinchiuso nel carcere di Latina ed un imprenditore di 48 anni al quale, in sede di convalida del fermo, il GIP aveva concesso i domiciliari. La decisione del Tribunale, che ha confermato gli arresti concedendo i domiciliari anche al 37enne, per risultata di fatto ininfluente. Sempre ieri il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale Ordinario di Roma, Cecilia Demma, ha infatti emesso una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere per tutti e quattro gli indagati. Compresi dunque anche il 72enne ex commerciante ortofrutticolo di origini calabresi ma da decenni residente a Fondi e il 39enne fondano titolare di unagenzia immobiliare. Per questi ultimi due, trasferiti qualche giorno fa nei carceri di Lanciano ed Ancona, il Tribunale del Riesame si pronuncer venerd prossimo; ma chiaro che anche in questo caso si tratter di una decisione ininfluente. Gli avvocati difensori si apprestano dunque a ricorrere sempre al Tribunale della Libert contro questa ordinanza bis, a proposito della quale si appreso trattarsi di un atto praticamente dovuto in considerazione del fatto che a richiedere gli arresti era stata la Direzione Distrettuale Antimafia, i cui provvedimenti devono passare al vaglio, appunto, dellUfficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale romano. Proprio sulla competenza territoriale del Tribunale di Latina, che aveva convalidato in precedenza i fermi, era fra laltro basata una delle eccezioni dellavvocato Giulio Mastrobattista che, insieme al collega Fabrizio Di Sarra, ha assistito davanti al Riesame il commerciante fondano di 37 anni. Lo stesso legale ha evidenziato che nei confronti del suo assistito non viene ipotizzata laggravante delle modalit mafiose e le accuse riguardano un solo caso di usura cosiddetta semplice. Per questo si detto relativamente fiducioso che, alla luce fra laltro della decisione del Riesame che gli aveva concesso i domiciliari, si possa dimostrare, anche in occasione della seconda istanza allo stesso Tribunale, la mancanza di gravi indizi di colpevolezza a suo carico. Ma a suscitare particolare clamore sono altre dichiarazioni attribuite allo stesso avvocato Mastrobattista. Sempre nel corso della discussione davanti al Tribunale del Riesame tenutasi ieri, il legale ha presentato eccezioni anche sullinutilizzabilit delle intercettazioni telefoniche da cui sono scaturiti i fermi del 13 febbraio scorso. Lavvocato ha infatti evidenziato che queste sono state disposte nellambito di un diverso procedimento penale, iniziato gi nel 2006 e, soprattutto, relativo ad ipotesi di corruzione ed abuso dufficio che coinvolgerebbero esponenti politici sia di Fondi che di altre citt. Si tratta insomma, di unindiretta conferma alle indiscrezioni apprese gi nelle settimane scorse, secondo cui le indagini della DDA coinvolgerebbero anche uno o pi pubblici ufficiali, vale a dire almeno un amministratore, un dirigente o un dipendente comunale. Ma relativamente a ci, almeno finora, non possibile sapere, visto che il relativo fascicolo dinchiesta comprensibilmente costellato di una lunga serie di omissis. Sembra comunque ormai chiaro che, come ipotizzato anche da qualche inquirente, la vicenda della presunta usura mafiosa sia destinata irrimediabilmente ad intrecciarsi, almeno in parte, con lattivit della commissione daccesso nominata dal Prefetto di Latina su delega del Ministro dellInterno che, ormai da venti giorni, si insediata a Palazzo San Francesco per accertare se atti del Comune di Fondi siano stati condizionati o meno da pressioni esercitate da esponenti della criminalit organizzata.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 04/03/2008 Ore 14:42