Ancora in primo piano linchiesta sui cosiddetti affidamenti in house degli appalti di Acqualatina, la societ pubblico-privata che gestisce il servizio idrico integrato nella nostra provincia.Ieri pomeriggio il Tribunale della Libert di Roma ha infatti revocato gli arresti domiciliari per lamministratore delegato Silvano Morandi e per il vice-presidente del consiglio di amministrazione Raimondo Besson. Anche in virt delle dimissioni dagli incarichi presentate dagli indagati nei giorni scorsi, il Riesame ha evidentemente ritenuto che non esistono pi le esigenze di custodia cautelare, in particolare per quanto riguarda la possibilit di inquinamento delle prove o la reiterazione del reato. Esclusa evidentemente anche la possibilit di fuga. Lo stesso Tribunale ha anche disposto la revoca dei domiciliari per lex amministratore delegato della societ pubblico-privata Bernard Cyna. In questo caso di tratta per di un atto puramente formale perch gi il Giudice per le Indagini preliminari aveva disposto la stessa revoca. Nei prossimi giorni il Riesame dovr pronunciarsi sulla medesima richiesta avanzata dai legali degli altri tre indagati, vale a dire lex presidente della Provincia e di Acqualatina Paride Martella, lex amministratore delegato Giansandro Rossi e lattuale consigliere Luois Marie Pons. Intanto si attendono le determinazioni di Idrolatina, la cordata di privati che detiene il 49 per cento del capitale della societ che gestisce il servizio idrico-integrato nel territorio pontino. Questa, ed in particolare il suo socio di maggioranza Veolia, dovr presumibilmente nominare altri rappresentanti allinterno del consiglio di amministrazione attualmente composto solo dagli esponenti di parte pubblica, tra cui il senatore fondano Claudio Fazzone che ne come noto presidente. Come ampiamente riferito nelle precedenti edizioni del nostro tg, linchiesta della Procura della Repubblica di Latina che aveva portato un paio di settimane fa agli arresti domiciliari dei sei attuali o ex amministratori di Acqualatina, ipotizza una serie di reati, commessi tra il 2002 e il 2004, che vanno dallassociazione a delinquere allabuso d'ufficio, dalla frode nelle pubbliche forniture al falso ideologico in appalti pubblici e alla truffa aggravata. Agli indagati, che nel corso dellinterrogatorio di garanzia hanno respinto le accuse dichiarando di aver agito in piena legittimit, si contesta l'affidamento diretto di appalti, per complessivi 15 milioni di euro circa, a societ collegate al partner privato senza il ricorso ad alcuna gara ad evidenza pubblica. Sarebbe stata cos violata la libera concorrenza. Inoltre sarebbero aumentati i costi a carico della parte pubblica e ci sarebbe stata una sorta di conflitto dinteressi visto che spesso coincidevano le persone che appaltavano un lavoro con quelle che dovevano realizzarlo. Si contesta anche il mancato pagamento di penali per il ritardo nella consegna dei lavori. C poi la questione dei cosiddetti pareri di congruit in base ai quali tecnici pagati dalla stessa Acqualatina giustificavano i corrispettivi da riconoscere alle ditte cui venivano aggiudicati gli appalti.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 05/02/2008 Ore 14:50