Ancora sullinchiesta giudiziaria che ha coinvolto amministratori sia passati che attuali di Acqualatina, la societ pubblico-privata che, come noto, gestisce il servizio idrico nella nostra provincia.Sono ancora da fissare gli interrogatori di garanzia per le sei persone che dallaltro ieri sono agli arresti domiciliari; ma probabile che si tengano allinizio della prossima settimana. Entro il 2 febbraio gli indagati compariranno in ogni caso davanti al giudice per le indagini preliminari Tiziana Coccoluto. Come gi riferito, si tratta di componenti degli ultimi due comitati esecutivi della societ. Vale a dire Paride Martella, ex presidente della Provincia e di Acqualatina; Silvano Morandi, attuale amministratore delegato; Raimondo Besson, ex vice presidente; Giansandro Rossi, ex amministratore; e i due rappresentanti in Italia di Veolia - socio privato di Acqualatina - Bernard Cyna e Luis Marie Pons. Le accuse, a vario titolo, vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato al falso e alla falsit ideologica in appalti pubblici, frode nelle pubbliche forniture e abuso d'ufficio. Reati che gli indagati avrebbero consumato tra il 2002 e il 2004. Nel mirino degli inquirenti gli appalti, per 15 milioni di euro, cosiddetti in house; affidati cio senza gara ed a favore invece di societ direttamente o indirettamente riconducibili ai soci di parte privata di Acqualatina. Ma oltre alle presunte irregolarit in questa procedura e ad una possibile evasione fiscale superiore ai 4 milioni di euro, emergerebbero anche altre contestazioni da parte della magistratura inquirente. Secondo quanto si appreso, al vaglio ci sono infatti anche un possibile conflitto di interessi e i costi di gruppi societari vicini ad Acqualatina addebitati all'Ambito Territoriale in cui la societ opera. In altre parole, attraverso le bollette o le tasse, i clienti-cittadini avrebbero pagato anche costi non propriamente connessi alla gestione della societ che gestisce il servizio idrico integrato. Gli appalti in house sono solo una delle contestazioni mosse ai sei indagati ha precisato lo stesso procuratore capo di Latina Giuseppe Mancini - per l'ingiusto vantaggio a danno della libera concorrenza. Ma c anche il conflitto di interessi tra societ committenti e affidatarie, ritardi negli appalti dei lavori, false attestazioni per lavori ultimati e in realt non finiti. Altro aspetto dell'inchiesta, ha aggiunto il magistrato, riguarda costi di altre societ del gruppo che venivano addebitati all'ATO per un totale di 2 milioni e 400mila euro. Da qui lipotesi che tra i reati contestati possa esserci anche la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il lavoro di verifica della documentazione da parte della Guardia di Finanza tuttaltro che concluso e dunque lindagine deve essere considerata ancora aperta. Si intanto saputo che il dossier da cui sono scaturite le ordinanze di custodia agli arresti domiciliari e liscrizione sul registro degli indagati di altre dodici persone tra impiegati e funzionari, costituito da oltre 30 pagine. Sul documento sarebbe riportato anche il contenuto di alcuni messaggi di posta elettronica che alcuni degli indagati si scambiavano proprio relativamente alle modalit di affidamento di lavori per un ammontare complessivo di milioni di euro. E naturalmente si susseguono i commenti di natura politica, tra cui, per esempio, quello del consigliere regionale di Destra Fabrizio Cirilli secondo cui a questo punto inevitabile l'intervento della Procura Antimafia: bisogna andare avanti e chiarire i pesanti intrecci tra il business dell'acqua e quello dei rifiuti. Non possiamo nascondere ha spiegato - che in questa provincia le societ miste Acqualatina e Latina Ambiente rappresentano di fatto un sistema concepito sul presupposto dell'ingresso di un fiume di denaro pubblico sotto forma di pesanti tariffe pagate dai contribuenti nelle casse delle societ. Soldi che puntualmente escono per sostenere le spese dei partner privati mediante la forma del subappalto o di affidamenti diretti a societ satellite. Un meccanismo del genere non sembra possa essere messo in piedi senza le dovute coperture politiche. Il partito Democratico della Provincia di Latina, dal canto suo, ritiene che sia necessario convocare immediatamente la conferenza dei sindaci dellAto4 congiuntamente al consiglio provinciale e rendere nuovamente il servizio idrico completamente pubblico. Sul piano politico e amministrativo ha detto il capogruppo Domenico Guidi - il pieno sostegno a questa situazione stato sempre garantito dal Presidente della Provincia Cusani, dal Presidente di Acqualatina Fazzone e dallintero Consiglio di Amministrazione in cui sono presenti Forza Italia, UDC e Alleanza Nazionale. Che non si inizi a scaricare le colpe solo agli arrestati accusa ancora il consigliere di centrosinistra, secondo il quale un esempio stato il prestito di 120 milioni di euro ottenuto dalla Depfa Bank i cui costi coinvolgono tutti i Comuni soci di parte pubblica. Da qui la richiesta di dimissioni dallincarico rivolta agli esponenti del centrodestra. Ipotesi categoricamente esclusa, almeno per il momento, dal senatore di Forza Italia Claudio Fazzone, attuale presidente appunto di Acqualatina.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 25/01/2008 Ore 14:55