Nella missiva si legge: “ In virtù del rispetto della libertà di opinione, della persona e delle Istituzioni Le scrivo, a nome del Comitato di Presidenza, del Consiglio, delle socie tutte delle regioni del centro Italia per testimoniarLe la mortificazione e la vergogna che abbiamo provato nel vedere l’inqualificabile, ottuso e fazioso comportamento che hanno avuto nei Suoi riguardi alcuni “soggetti” alle cui cure intellettuali dovrebbero essere affidati i nostri figli. Ritengo – continua la lettera - che nel luogo preposto ad insegnare ai giovani la cultura, il dialogo, la libertà di pensiero ed il confronto dialettico, non si sia fatto altro che dimostrare e dare come esempio una retrograda manifestazione di mancanza di sicurezza e la paura di non sapersi confrontare con qualcuno che di questa forza ha fatto la propria missione: la ritengo, per loro, un’occasione mancata. TestimoniandoLe nuovamente la devozione e la stima per la persona, l’intellettuale ed il ruolo reale e simbolico che Lei riveste, siamo noi cattoliche o non, le porgo a nome di tutte noi i sensi della nostra più profonda mortificazione per l’accaduto”.