Si affievoliscono sempre pi, purtroppo, le speranze di ritrovare vive le quattordici persone, tra cui il 33enne di origini sperlongane Stefano Fragione, che viaggiavano a bordo del bimotore della Transaven inabissatosi venerd scorso al largo dellarcipelago venezuelano di Los Roques.Dopo quattro giorni di ricerche non stata infatti trovata alcuna traccia del velivolo. Le squadre dei soccorritori, in un contesto avaro di elementi, si aggrappano ad ogni indizio: oggetti galleggianti, macchie di kerosene, l'ipotesi del possibile funzionamento del telefonino di un passeggero, la segnalazione di una massa scura in un fondale basso. Uomini e mezzi della Protezione civile, delle forze armate, e perfino un velivolo proveniente dalle Antille olandesi, hanno controllato la zona di possibile impatto dellaereo. Il direttore della Protezione civile ha escluso che il materiale recuperato ieri in mare, al largo dell'aeroporto di Maiquetia, appartenga all'aereo scomparso, e ha indicato che le ricerche continuano perch manca ancora il controllo di alcune zone in qualche modo legate alla possibile traiettoria di discesa. E intanto entrata in funzione una squadra di sub incaricata di verificare alcuni oggetti avvistati in profondit. Invece, per quanto riguarda l'analisi del liquido oleoso prelevato da una unit della marina venezuelana, non sono ancora disponibili i risultati. Nessuno ufficialmente a Caracas ha dichiarato morti i passeggeri, ma certo che pi le ore passano e pi la sentenza inesorabile si avvicina. Al riguardo, un elemento che spinge al pessimismo le squadre di soccorso la constatazione del fatto che in questo tipo di incidenti normalmente si rinvengono sulla superficie del mare oggetti appartenenti al velivolo o ai passeggeri. A questo proposito, stata avanzata l'ipotesi che l'ammaraggio realizzato dal pilota sia stato impeccabile, ma che nei pochi secondi a disposizione prima dell'affondamento, non sia stato possibile aprire le porte dell'aereo. In particolare, si segnala unindicazione via e-mail ricevuta da unorganizzazione non governativa in cui si sostiene che il Let-410 non aveva uscite o finestre di emergenza, e che quindi esistevano solo il portellone d'ingresso e di uscita dei passeggeri, e la porta di accesso alla cabina di pilotaggio. I passeggeri, se fosse confermata questa ipotesi ulteriormente agghiacciante, sarebbero rimasti insomma intrappolati all'interno del velivolo inghiottito dai flutti, non avendo potuto aprire le porte verso l'esterno per la pressione dell'acqua. L'ultimo elemento su cui i tecnici che accompagnano le squadre di soccorso stanno lavorando una comunicazione della compagnia di telefonia cellulare Movistar, secondo cui alle 18 locali del 4 gennaio, ossia otto ore dopo la caduta dell'aereo, vi stato un collegamento fra l'antenna collocata sulla Isla Larga di Los Roques e un cellulare appartenente ad uno degli occupanti del bimotore Transaven. Alitalia ha nel frattempo offerto voli gratis per il Venezuela ad alcuni parenti e amici degli otto italiani dispersi nell'incidente aereo. Come ampiamente riferito nelle precedenti edizioni del nostro tg, Stefano Fragione, nato e residente a Roma ma legato a Sperlonga dove era nato il padre Gaetano, si era sposato pochissimi giorni fa ad Albano, per lesattezza il 29 dicembre, e con la moglie Fabiola Napoli aveva deciso di organizzare il viaggio di nozze nelle rinomate isole venezuelane. Quello che doveva essere un periodo di svago e divertimento, alle 15 ora italiana di venerd si per trasformato in tragedia. Laereo di fabbricazione ceca su cui viaggiavano i due sposi ed altre dodici persone, ha avuto improvvisamente problemi ad entrambi i motori circa mezzora dopo il decollo. Il pilota ha tentato un ammaraggio di emergenza, non andato purtroppo a buon fine.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 08/01/2008 Ore 14:22