Avviata la demolizione della cosiddetta Isola dei Ciurli, gli ormai noti scheletri in cemento armato di ventuno villette realizzati circa quarantanni fa ai lati della Flacca al Salto di Fondi.Nella prima mattinata di ieri le ruspe e i mezzi meccanici di una ditta fondana e di unaltra campana sono giunti sul posto scortati da una pattuglia della Polizia Municipale e alla presenza di alcuni funzionari del Comune, tra cui il dirigente allurbanistica Martino Di Marco che ha firmato la determina con cui si disposto labbattimento, evidentemente in accordo con lamministrazione del sindaco Luigi Parisella. Le operazioni si sono svolte nella massima tranquillit e tutti gli immobili sono stati gi sostanzialmente rasi al suolo, ad eccezione di due che resteranno momentaneamente in piedi in attesa di uneventuale decisione che potrebbe destinarli ad un uso pubblico (si parla di una sede decentrata dei Vigili Urbani, di un info-point turistico o di un punto di primo soccorso estivo). In attesa di ulteriori dettagli a riguardo, da Palazzo San Francesco hanno intanto evidenziato che si tratta di una decisione assunta nellambito di specifiche prerogative amministrative, ovvero di un atto che rientra esclusivamente nella discrezionalit proprio del Comune, sia in base al Testo Unico degli Enti locali sia in virt dellacquisizione al patrimonio, appunto comunale, di quegli immobili e del terreno su cui sorgevano. Alla luce dellormai nota contrapposizione politica con la maggioranza di centrosinistra che sostiene la giunta regionale guidata da Marrazzo, la coalizione di centrodestra comunale respinge insomma lipotesi che questo intervento di demolizione sia dovuto alla sorta di ultimatum lanciato nelle settimane scorse da vari esponenti regionali, in particolare dallassessore allurbanistica Pompili; e confermato anche luned dal presidente Marrazzo durante la sua visita alla sede del Monumento Naturale del lago di Fondi, nel cui perimetro ricade anche la stessa Isola dei Ciurli. I 750mila euro stanziati nelle settimane scorse dalla Regione, destinati appunto alla demolizione di quei rustici, sarebbero insomma un atto dovuto e, nel caso il Comune avesse deciso di non abbattere, la stessa Regione non avrebbe avuto nessuna possibilit di utilizzare i cosiddetti poteri sostitutivi in unarea in cui, proprio perch come detto acquisita al patrimonio comunale, non potrebbe fisicamente nemmeno entrare. Questo, almeno, quanto sostenuto da attendibili fonti del Comune. Per ora di indiscutibile resta la demolizione di quello che per decenni, a torto o a ragione a seconda dei punti di vista, stato definito uno dei principali ecomostri dellItalia. Dellabbattimento dellIsola dei Ciurli si parla ormai da tempo, ed in particolare dal maggio scorso. Da quando, cio, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla societ proprietaria delle villette, rendendo praticamente definitiva la confisca e liscrizione nel patrimonio del Comune degli immobili, realizzati nellambito di una lottizzazione giudicata abusiva e su unarea sottoposta a vincoli paesaggistici. Una sentenza seguita a quella di primo grado emessa dal Giudice Unico di Terracina nel luglio 2004 e a quella di secondo grado della Corte di Appello di Roma del febbraio 2006. A favore dellabbattimento si erano subito espressi i partiti del centrosinistra, in particolare Democratici di Sinistra, Verdi e Rifondazione Comunista; oltre che Legambiente, il cui presidente regionale Parlati e quello cittadino Di Biasio avevano rivendicato il successo di una storica battaglia portata avanti dallassociazione ambientalista. Pi cauta era stata invece lamministrazione comunale che per voce di vari esponenti e dello stesso Sindaco Parisella non aveva escluso, e tuttora non esclude, il recupero almeno di una parte degli immobili per una loro destinazione a fini pubblici.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 20/12/2007 Ore 17:07