Secondo quanto si è appreso, a tal riguardo sarebbero pertanto stati iscritti sul registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, il fondano Onorato Di Manno nella sua qualità di presidente della giunta; il lenolese Alessandro Pannozzo, che ricopre la carica di vice-presidente; e il monticellano Alessio Pacione che è assessore al personale. Nelle settimane scorse, i Carabinieri, su delega appunto della magistratura inquirente, avevano acquisito diversi documenti presso la sede di Lenola dell’Ente Montano, nel cui territorio ricadono, come noto, anche i Comuni di Terracina, Fondi, Monte San Biagio, Sperlonga e Campodimele. L’indagine, partita a quanto sembra da un esposto, riguarderebbe in particolare la delibera di fine marzo scorso con cui la giunta della Comunità ha trasformato il rapporto di lavoro di dodici cosiddetti “cantieristi”. Si tratta di tecnici, impiegati amministrativi e operai specializzati, prima iscritti come disoccupati nei centri per l’impiego dei comuni del comprensorio, che erano stati assunti, ma a tempo determinato, nel 2005. Nell’ambito di un progetto sostenuto finanziariamente anche dalla Regione Lazio e finalizzato alla stabilizzazione di almeno il settanta per cento dei lavoratori, a marzo scorso tutti i contratti sono stati trasformati a tempo indeterminato. Un provvedimento che fu annunciato con comprensibile orgoglio dalla maggioranza di centrodestra che governa l’Ente. Ma che ora finisce sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica, impegnata a verificare l’esistenza di presunti favoritismi e la regolarità delle procedure adottate. Considerato che tra i beneficiari ci sarebbero molti parenti di alcuni amministratori della Comunità, si cerca in sostanza di capire se sia solo una legittima coincidenza o se invece le assunzioni siano state in qualche maniera pilotate.