Ad otto mesi circa dallinsediamento, primo incontro ufficiale con la stampa da parte del nuovo consiglio direttivo del Parco regionale dei Monti Aurunci, larea protetta di circa 20mila ettari che comprende una decina di comuni ciociari e pontini tra cui Fondi, Itri e Campodimele.Ieri mattina, presso la sede centrale proprio di Campodimele, il nuovo presidente dellEnte Gestore Giovanni Ialongo, accompagnato dagli altri componenti del consiglio tra cui la fondana Maria Petringa e dal direttore del Parco Giuseppe Marzano, hanno incontrato i giornalisti locali per un punto sulla situazione. Ci poniamo obiettivi ambiziosi che, al di l della gestione quotidiana dellente, rappresentino anche una forma di macropolitica e macroeconomia ha spiegato Ialongo, gi sindaco di Itri e consigliere provinciale. Puntiamo ad unadeguata valorizzazione delle risorse ambientali e turistiche e metteremo massimo impegno ed umilt per risolvere le varie problematiche di tutto il territorio. Il direttore Giuseppe Marzano, funzionario dellente fin dalla sua istituzione avvenuta quasi dieci anni fa, ha invece stilato un quadro generale delle tante peculiarit del parco. C al suo interno ha detto fra laltro - la presenza di cime superiori ai 1500 metri che distano solo 7 chilometri dal mare ed unaltra particolarit sono i panorami perch si possono ammirare ben sei aree protette. Le ricchezze principali sono comunque rappresentate dalla bio-diversit della flora e della fauna. Allinterno degli Aurunci sono state infatti censite oltre 160 specie vegetali fra le quali alcuni rari tipi di orchidee. Fra stanziali e migratori sono poi presenti 121 specie di volatili. Inoltre il sottosuolo nasconde molte grotte carsiche, alcune tra le pi profonde del Lazio. Da pochi mesi, nel territorio di Esperia, ai limiti del perimetro del parco, durante dei lavori stradali stato individuato anche un sito preistorico con impronte a quanto sembra di dinosauro. Un patrimonio, insomma, di altissimo livello, costantemente valorizzato anche grazie ad numerosi interventi portati avanti negli anni, come quelli riguardanti il restauro del complesso monastico di San Magno a Fondi o il recupero dellantico tracciato dellAppia tra Itri e Fondi. Diverse anche le attivit organizzate, fra le quali spicca il vivaio, comprendente piante esclusivamente autoctone, che una struttura produttiva a tutti gli effetti ma anche didattica e formativa. A tutto ci si affianca la quotidiana attivit di vigilanza, volta soprattutto al contrasto del bracconaggio e dellabusivismo edilizio oltre che ovviamente degli incendi.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 05/12/2007 Ore 14:41