''Smentisco nella maniera più assoluta che la Giunta regionale abbia adottato delibere di modifica di tariffe per prestazioni sanitarie. Tanto meno delibere non all'ordine del giorno” ha dichiarato l’assessore, spiegando che “le tariffe in vigore per l'anno 2007 nella Regione Lazio sono state definite dalla Delibera 436 del luglio 2006 che, in attuazione del noto Piano di rientro del debito, ha adottato il tariffario nazionale 1996, già in vigore nelle altre Regioni. Tale tariffario è complessivamente più vantaggioso rispetto a quello finora in vigore, che recepiva invece tariffe del 1991 molto più onerose, nel loro insieme, tanto per la Regione che per i cittadini''. ''In questo quadro – ha proseguito l’esponente dell’esecutivo regionale - l'incremento di alcune tariffe, in particolare della visita specialistica, non modifica la situazione complessiva; e d’altra parte, in caso contrario, non si spiegherebbero i ben due mesi di agitazione di laboratori di analisi e centri di specialistica territoriali fortemente penalizzati dal nuovo tariffario”. Secondo quanto precisato dallo stesso Battaglia nell'area privata le tariffe sono state obbligatoriamente ridotte, per la patologia clinica del 20 per cento e per le altre branche del 2 per cento, in attuazione della Finanziaria 2007. “In relazione agli aumenti per alcune prestazioni, pur nell'emergenza del Piano di rientro, non sarebbe stato ne' difendibile ne' giuridicamente sostenibile adottare un nuovo tariffario solo per le parti più convenienti. Pendono in tal senso ricorsi sia al Tar del Lazio che al Consiglio di Stato'' ha aggiunto l’assessore regionale alla sanità, evidenziando in conclusione che ''le nuove disposizioni regionali non hanno introdotto alcun nuovo ticket” e che “rimangono del tutto invariate le modalità di partecipazione della spesa, definite dalla normativa nazionale; inalterata rimane altresì la franchigia di 36 euro circa”.