Rinvio a giudizio per trentatre degli indagati nellambito del procedimento penale connesso alloperazione antidroga denominata Lazial Fresco che, come forse si ricorder, port allinizio del maggio scorso allesecuzione di quasi quaranta ordinanze di custodia cautelare in vari centri pontini, tra cui in particolare proprio Fondi.La decisione stata assunta ieri dal Giudice per ludienza preliminare del Tribunale di Latina, Nicola Iansiti, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Giancarlo Ciani. Respinte invece le istanze del collegio difensivo che aveva eccepito in particolare sulla competenza territoriale del foro pontino, oltre che sullutilizzabilit delle intercettazioni telefoniche e ambientali su cui si basa linchiesta. Con la prima udienza fissata al 25 gennaio del prossimo anno, parte dunque il processo a carico delle oltre trenta persone coinvolte, tra cui spiccano i titolari di due ditte di autotrasporti con sede a Fondi. Come gi riferito in diverse occasioni, loperazione Lazial Fresco ha consentito di smantellare un ingente traffico di sostanze stupefacenti per un volume daffari di almeno un milione di euro. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati ben ottanta chili di hascisc e quaranta di cocaina e, attraverso appunto le intercettazioni telefoniche ed ambientali, stato possibile risalire a consegne di droga che dal Sud-America, in particolare dallArgentina, arrivava via aerea o via mare in Spagna. Da qui giungeva nel sud-pontino attraverso i collegamenti con i porti di Gaeta e Civitavecchia o attraverso il trasporto su strada. In alcuni casi la sostanza stupefacente era nascosta tra carichi di frutta e verdura destinati ufficialmente al Mercato Ortofrutticolo di Fondi. Proprio il nostro comprensorio risultato, fra laltro, tra le zone pi interessate dalloperazione, visto che vi risiedono dodici delle trentanove persone coinvolte. Oltre alla droga vennero sequestrati numerosi documenti ed alcuni congegni elettronici presumibilmente utilizzati per rilevare la presenza di spie e microchip. Dalle intercettazioni inoltre emerso che i vari indagati, sospettando evidentemente di essere sotto controllo, cambiavano i loro numeri di telefono ogni due-tre giorni e utilizzavano nelle loro comunicazioni una sorta di codice cifrato in cui ad ogni lettera corrispondeva un numero. Nelle settimane scorse cerano gi state le prime condanne. Davanti allo stesso GUP Iansiti, tre degli arrestati, nessuno dei quali residente comunque nel nostro comprensorio, avevano infatti chiesto ed ottenuto il patteggiamento per pene comprese tra tre e cinque anni.
Articolo
a cura di la Redazione
pubblicato il 10/11/2007 Ore 18:07