Nuove conferme, purtroppo, relativamente alla presenza di criminalit organizzata nel basso Lazio, e dunque anche nel nostro comprensorio visto che la zona pi a rischio proprio la provincia di Latina.Questo almeno quanto emerge dal decimo rapporto annuale della Confesercenti presentato nei giorni scorsi a Roma alla presenza, tra gli altri, del presidente nazionale dellassociazione di categoria Marco Venturi e del sottosegretario agli interni Marco Minniti. Nel Lazio il racket delle estorsioni, il cosiddetto pizzo, coinvolge almeno 6mila commercianti. Pi grave la situazione dellusura che, con un giro daffari di 2 miliardi di euro, raggiunge 23mila commercianti, quasi il 30 per cento. La maggior parte dei taglieggiati si trova nel litorale sud di Roma e nel basso Lazio mentre Rieti la provincia pi a rischio subito dopo Latina. Nella classifica redatta dalla Confesercenti in base al cosiddetto ISE, lindice sintomatico di fatti estorsivi legati al racket, sono presenti due citt laziali in particolare. Latina, dove nel 2006, ci sono state 49 denunce, 99 incendi dolosi, 57 danneggiamenti ed un attentato; e Frosinone, dove ci sono stati 29 denunce, 74 incendi, 35 danneggiamenti ed un attentato. In aumento anche la criminalit di strada, con rapine, furti e truffe. A tal riguardo si registrano le iniziative di due consiglieri provinciali di opposizione. Lesponente dei DS Guidi ha chiesto una convocazione urgente del consiglio, appunto, provinciale alla presenza di forze dellordine e associazioni di categoria. Il rappresentante del gruppo misto Vitali ha invece inviato uninterpellanza al presidente della Provincia Cusani chiedendo di sapere quali contromisure sono state o si intende adottare. Tornando ai dati diffusi da Confesercenti c dunque da dire che il settore dei commercianti insomma un vero business per la criminalit. Basti pensare che a livello nazione rappresenta un giro daffari che nel 2006 ha fruttato 90 miliardi di euro, una cifra pari a cinque manovre finanziarie e vicina al sette per cento del Prodotto Interno Lordo. In Italia commercianti e imprenditori subiscono 1.300 reati al giorno, circa 50 ogni ora. Lusura, in particolare, muove circa 30 miliardi di euro, gestita al 36 per cento dalla criminalit organizzata e colpisce 150mila commercianti. E poi ci sono il racket, con un giro daffari di 10 miliardi di euro; furti e rapine che valgono 7 miliardi; le truffe che ne fruttano pi di quattro e mezzo; il contrabbando 2; la contraffazione e la pirateria quasi sette e mezzo; labusivismo 13, la cosiddetta agro-mafia con un giro daffari di sette miliardi e mezzo; appalti e forniture sei e mezzo; giochi e scommesse due e mezzo. Modificare la legge sugli appalti e le misure di incentivazione, istituire un'agenzia di sostegno e facilitazione per le imprese, costituire un albo per le attivit che non si piegano al pagamento del pizzo, rivedere i criteri di assegnazione dei fondi e le norme sui protesti; predisporre nuove misure nei confronti dei condannati per usura. Sono queste le principali proposte avanzate dalla Confesercenti per contrastare un fenomeno in netto aumento.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 24/10/2007 Ore 13:42