E’ di oltre sessanta ettari di vegetazione andati in fiamme il triste bilancio degli incendi che si sono sviluppati nella note tra lunedì e ieri in tre distinte zone tra Fondi e Lenola.Il rogo più vasto ha interessato la zona di Monte Sant’Agata a San Magno, dove sono finiti in cenere una quarantina di ettari tra oliveti, macchia mediterranea e sterpaglie. A Valletonda, tra Fondi e Lenola, il fuoco ha invece distrutto circa quindici ettari, tra cui parte di una pregevole pineta inserita nel perimetro del Parco dei Monti Aurunci. Un’altra decina di ettari tra bosco e macchia mediterranea sono infine stati distrutti nella frazione fondana de Le Querce. In alcuni casi le fiamme hanno minacciato anche le abitazioni e il lavoro di vigili del fuoco, forestale e volontari di protezione civile è stato a dir poco impegnativo; sia perché gli incendi si sono sviluppati in zone difficilmente accessibili ma soprattutto perché i roghi sono divampati di notte, senza dunque la possibilità di un intervento di elicotteri e canadair che si sono potuti alzare in volo solo nella prima mattinata di ieri. Intanto, oltre che col pesantissimo bilancio della vegetazione finita in cenere, c’è da fare i conti anche con le possibili conseguenze di questi veri e propri crimini contro l’ambiente. Come denunciato apertamente dal presidente del consorzio di Bonifica del Sud pontino Lino Conti, il dissesto idrogeologico dovuto all’assenza di alberi e boschi renderà infatti molto più probabili frane e alluvioni in caso di piogge abbondanti durante l’inverno.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 26/09/2007 Ore 20:45