Prevedibile clamore nel nostro comprensorio allindomani della maxi operazione anticamorra, eseguita dai Carabinieri e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha portato allarresto di quattordici persone residenti nel sud pontino.Tra loro ci sono anche un 42enne originario di Santi Cosma e Damiano ma per alcuni anni a quanto sembra domiciliato a Fondi, considerato fra laltro la mente del clan, ed un 49enne di Itri. Nelle ordinanze di custodia cautelare, alcune delle quali notificate a pregiudicati gi in carcere per altri motivi, si ipotizzano tra laltro i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e di omicidio. Gli indagati sono accusati, in sostanza, di far parte di un'organizzazione criminale denominata Gruppo Mendico, facente capo al clan camorristico dei Casalesi che dal 1990 al 2000 ha operato nella provincia di Latina. Per sei di loro si procede anche per l'omicidio di Giovanni Santonicola e di Rosario Cunto, scomparso e mai pi ritrovato. Entrambi gli episodi si sono verificati nel 1990 a Santi Cosma e Damiano in conseguenza della guerra di camorra che si combatt in Campania e nel Sud Pontino tra il clan, appunto, dei Casalesi e quello dei La Torre. Alloperazione, effettuata nella notte tra gioved e venerd, hanno preso parte un centinaio di Carabinieri con unit cinofile ed elicotteri, coordinati dal colonnello Leonardo Rotondi, comandante provinciale dellArma. Le ordinanze sono state emesse dal Giudice per le indagini Preliminari di Roma Roberta Palmisano su richiesta dei sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia Francesco Curcio e Diana De Martino. Vari gli illeciti addebitati alle persone finite in carcere. Dal controllo delle attivit economiche attraverso minacce al condizionamento di amministrazioni pubbliche; dal riciclaggio di danaro sporco in attivit immobiliari ed imprenditoriali alla corruzione di organismi istituzionali e, come detto, allomicidio. E la presunta pressione sulle pubbliche amministrazioni avrebbe riguardato, in almeno uno dei circa trenta episodi ricostruiti dagli inquirenti, anche il territorio di Fondi. Si tratta di una serie di 26 avvertimenti, relativi anche a San Felice Circeo, Formia, Gaeta, Minturno e Santi Cosma, finalizzati a mantenere il monopolio delle cosche sugli appalti e sulle costruzioni. Incendi e danneggiamenti, spari, e in un caso, addirittura una bomba tipo ananas lasciata appesa allo sportello di unauto. Gli arresti effettuati sono una risposta alle polemiche da parte delle istituzioni e delle associazioni locali sul mancato intervento della magistratura in questa zona ha dichiarato il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia Italo Ormanni, spiegando che le indagini, partite un paio di anni fa, hanno permesso, anche grazie all'aiuto di collaboratori di giustizia, di collegare una serie di episodi che solo recentemente si sono rivelati parte di un unico e pi ampio disegno criminoso.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 14/07/2007 Ore 14:28