Con un'ordinanza emessa qualche giorno fa, il Consiglio di Stato ha infatti respinto definitivamente i ricorsi presentati dal Comune e dalla cooperativa assegnataria. Entrambi avevano presentato ricorso contro l'ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale del 26 gennaio scorso che, accogliendo il ricorso di un’altra cooperativa esclusa invece dall’assegnazione, aveva disposto la revoca dell'intera procedura che aveva portato al riconoscimento del diritto di superficie sul terreno in questione. Secondo quanto si è appreso i giudici amministrativi di secondo grado hanno respinto il ricorso perché «non sussistono ragioni per discostarsi dalle decisioni assunte» dal Tar del Lazio, il quale aveva accolto il ricorso presentato dalla cooperativa Casa Ecologica Pontina che chiedeva l'annullamento delle delibere comunali e del relativo bando di gara , invalidando, di fatto, l'intero procedimento d'assegnazione. Il Tar, infatti, nell'ordinanza emessa il 26 gennaio scorso aveva giudicato la procedura seguita dall'amministrazione comunale «indebita ed illegittima», a causa della «commistione tra requisiti per l'assegnazione del diritto di superficie e di assegnazione degli alloggi, nonché in relazione al modus operandi impiegato». Le contestazioni riguardavano in particolare i tempi e i modi che nell'autunno 2006 avevano portato l'amministrazione comunale all'attribuzione di un terreno ad una società cooperativa appena un mese dopo dalla data di costituzione, negandolo, al contempo, ad altre cooperative che da alcuni anni avevano avanzato la medesima richiesta. Il Tar prima, e il Consiglio di Stato ora, hanno giudicato i criteri utilizzati per questa assegnazione lesivi a causa di un evidente disparita di trattamento. La decisione del Consiglio di Stato pone fine ad una complessa questione giudiziaria ma ora bisogna vedere come l’amministrazione comunale di centrodestra guidata dal sindaco Rocco Scalingi intenderà superare questo stato di cose.