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Il Comune di Sperlonga dichiara guerra alla Polizia stradale. Lamministrazione guidata da Rocco Scalingi ha dato mandato allavvocato Corrado De Simone di presentare una denuncia in Procura contro la Polstrada per il reato di calunnia. La vicenda quella dei due autovelox sequestrati il 15 giugno scorso, unoperazione portata avanti proprio dagli agenti della stradale su disposizione della Procura. Ora che il Tribunale di Latina ha accolto il ricorso presentato dal Comune, disponendo il dissequestro delle due macchinette, la partita resta aperta. La tesi del pm si fondava, in particolare, sugli esiti delle operazioni di rilevazioni e accertamento delle violazioni svolte dalla Polizia stradale, diniziativa e su delega della Procura. Il tutto era nato dalla denuncia di un cittadino che lamentava la scarsa visibilit delle postazioni installate sulle due direttrici di marcia della Flacca e lillegittimit di due verbali di contravvenzione elevatigli inspiegabilmente nello stesso giorno, a brevissima distanza temporale luno dallaltro. I giudici nella sentenza hanno letteralmente smantellato limpianto accusatorio. Il provvedimento impugnato si legge nella sentenza - soffre della mancanza di una precisa contestazione del fatto-reato di abuso dufficio, sotto il profilo dello svolgimento della pubblica funzione o servizio in violazione di norme di legge o regolamento finalizzato al conseguimento di un ingiusto vantaggio patrimoniale e/o di un ingiusto danno a terzi. Pertanto, terminano i giudici in difetto di una precisa contestazione degli illeciti per cui si procede e delle possibilit di ricondurre gli elementi siccome prospettati dalla pubblica accusa allipotesi criminosa, va annullato limpugnato decreto e disposta, per leffetto, la restituzione dei beni in sequestro al legittimo proprietario. Non la prima battaglia che il Comune ingaggia sulla questione. Basta ricordare che ad ottobre dello scorso anno il giudice di pace di Fondi annull 150 multe scattate con gli autovelox incriminati e il sindaco non ci pens su due volte a bollare la sentenza come piena zeppa di formalismi e tecnicismi senza n capo n coda.
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Articolo
a cura di R. Antonilli
pubblicato il 20/07/2011 Ore 17:35