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Il pubblico ministero Olimpia Monaco ha chiesto il rinvio a giudizio per i tre carabinieri accusati di aver falsificato il verbale di arresto di un minorenne lenolese finito in manette per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.Il giudice Tiziana Coccoluto ha fissato ludienza preliminare al prossimo 11 ottobre. Linchiesta, a carico dei due militari in servizio a Lenola e del terzo di stanza al Norm di Gaeta, part da una denuncia-querela formalizzata alla Compagnia dei carabinieri di Gaeta dai genitori del ragazzo, figlio di un noto funzionario della Regione Lazio. Il giorno dellarresto, i tre Carabinieri (difesi dagli avvocati Giulio Mastrobattista, Tiziana Di Perna e Gaetano Marino) raccolsero limbeccata di una fonte confidenziale che segnalava passaggi di consistenti quantitativi di hashish. Attivit che avrebbero coinvolto il minorenne, facendolo entrare in possesso di circa un etto di fumo cedutogli da una terza persona. Il blitz ci fu e, secondo quanto descritto nel verbale, il quantitativo di droga venne effettivamente rinvenuto e
posto sotto sequestro. Tramite lavvocato Franco Spirito, i genitori formalizzarono per una denuncia a carico dei tre carabinieri operanti. Secondo la parte offesa, avrebbero falsificato la realt delle cose, dichiarando di aver trovato il giovane in possesso del quantitativo di droga. Diversa la versione del minorenne: per lui lhashish si trovava presso labitazione di un suo amico maggiorenne. In questo caso larresto non sarebbe potuto avvenire in flagranza di reato, poich mancava la prova. O almeno, il fermo avrebbe dovuto colpire entrambi, il presunto proprietario dello stupefacente e colui che, volontariamente o meno, aveva contribuito allillecito, nascondendo la roba.
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Articolo
a cura di R. Antonilli
pubblicato il 16/07/2011 Ore 16:15