“È letteralmente pietoso – spiega - dover assistere alle condizioni in cui devono lavorare gli operatori ospedalieri, colpevoli solo di voler fare al meglio il proprio dovere di medici ed infermieri, malgrado tutte le carenze che chi li governa continua a mantenere in essere. Pur essendo una giornata di relativa calma la sala di attesa si è letteralmente riempita di pazienti. È accaduto di tutto: mamme preoccupate che non vedendo visitare i loro bambini di pochissimi mesi dopo due ore dall’accettazione minacciavano denunce ai carabinieri per l’assenza del pediatra di turno, impegnato in altre attività di reparto, pazienti che dopo tre ore dall’accettazione lasciavano il Pronto Soccorso senza essere stati visitati, pur avendo evidenti problemi di sanguinamento, anziani in un’attesa estenuante, abbandonati ai loro tremolii. Tutti singoli cittadini abbandonati ai loro problemi individuali, senza che nessuno si faccia carico delle gravi difficoltà che questo stato di cose sta determinando. Purtroppo quando è il singolo cittadino a subire e non un gruppo di persone, la politica fa orecchie da mercanti anzi, preferisce voltarsi dall’altra parte agendo esclusivamente per le vie informali con il rappresentante di turno, utilizzando le leve delle conoscenze e non quelle delle istituzioni”. Il consigliere, poi, si concentra sulle “responsabilità politiche”. “Anziché assistere ad una levata di scudi generale e trasversale della politica, - spiega- si continua a blaterare le colpe del presidente Marrazzo piuttosto che della presidente Polverini additando al buco dell’era Storace, dimenticando spesso le varie lady ASL che negli anni si sono arricchite con la sanità e la compiacenza della politica. Quella stessa politica che malgrado i tagli e le gravi condizioni in cui si trovi la sanità laziale, sgomita e sbava per occupare ruoli di responsabilità e di dirigenza negli assessorati e nei reparti della sanità. La politica – conclude - deve immediatamente fare la sua parte, prima che sia troppo tardi. E forse è già troppo tardi”.

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