Aperta uninchiesta su presunte minacce che, nel corso di unudienza del processo Damasco 2, il giudice Lucia Aielli avrebbe ricevuto da un imputato. Una vicenda seguita dai vertici del Tribunale, della Procura e della Prefettura, per la quale si sta vagliando anche lipotesi di mettere il magistrato sotto scorta. Il caso nato da alcune dichiarazioni spontanee fatte da uno degli imputati in una delle ultime udienze.Quelle che apparivano normali affermazioni fatte da chi, ormai da due anni, vive la pesante situazione di venire indicato come mafioso, sono state lette in maniera diversa dagli investigatori. I carabinieri hanno ben presto ravvisato in quelle parole una sorta di minaccia, di intimidazione al presidente del collegio giudicante, che a breve dovr stabilire con una sentenza se a Fondi era stata costituita unassociazione mafiosa e se le mafie condizionassero il Comune e il Mof. Unipotesi, inquietante ma solo un ipotesi, che ha portato per subito a segnalare la vicenda al presidente del Tribunale, Guido Cerasoli, e al procuratore capo, Andrea De Gasperis. La polizia giudiziaria della Procura ha quindi acquisito una relazione dellArma e le registrazioni delle dichiarazioni incriminate fatte dallimputato, inviando subito il carteggio alla Procura della Repubblica di Perugia, competente per le indagini che riguardano magistrati di Latina. Del caso stato inoltre informato il prefetto Antonio DAcunto e in Prefettura si sta valutando se disporre la scorta per il giudice Aielli. Al momento tutto si fonderebbe solo su un sospetto, ma la prudenza sempre massima in tali situazioni e gi stata rafforzata la vigilanza in tribunale durante le udienze di Damasco 2. Del resto Damasco non la prima volta che approda a Perugia. Gli inquirenti umbri hanno gi chiesto il rinvio a giudizio di un ex magistrato inquirente di Latina, di un cancelliere, dellex assessore comunale fondano Riccardo Izzi e del barbiere Giuseppe Canale, ritenendo che Izzi, nel corso delle indagini, tramite lamicizia di Canale con il magistrato e il cancelliere in questione, ottenesse informazioni sugli accertamenti in corso. Sempre la Procura di Perugia, insieme a quella di Roma, sta inoltre indagando su quanto accaduto al Tribunale del Riesame romano dopo gli arresti per Damasco 2. Dei difetti nelle notifiche delle udienze rischiarono di far tornare in libert alcuni imputati e, ipotizzando che difetti ed errori non fossero stati casuali, stata aperta uninchiesta contro ignoti. Un procedimento ancora in corso, per il quale gi sono stati effettuati numerosi interrogatori.
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a cura di La Provincia
pubblicato il 09/06/2011 Ore 12:51