Era luglio 2009 quando, nell'ambito dell'inchiesta Damasco l'antimafia di Roma fece scattare a Fondi 17 arresti. Ipotizzando condizionamenti mafiosi in Comune e al Mof, finirono in manette pregiudicati e colletti bianchi, che subito fecero ricorso al Riesame.Una serie di disguidi al Tribunale della libert, sulle notifiche delle udienze, rischiarono per di far tornare molti degli indagati in libert e gli inquirenti ancora non sono del tutto convinti che sia stato un caso: l'indagine passata da Perugia a Roma e gli interrogatori si susseguono. Si tratta di un'inchiesta contro ignoti, partita dopo un'informativa inviata dai Carabinieri della Procura della Repubblica di Perugia, competente a indagare sui magistrati romani e pontini. Erano circolate voci, arrivate fino in Prefettura, in base alle quali qualcuno avrebbe pagato per far saltare le udienze al Riesame di Roma e portare cos a rendere vane le ordinanze di custodia cautelare. Molte del resto le corse contro il tempo fatte da carabinieri e giudici per evitare che, grazie a un disguido burocratico, gli indagati tornassero liberi: vennero emesse nuove ordinanze cautelari a tempo record e alcuni addetti alle cancellerie del Riesame dove si erano verificati dei problemi vennero sposati in altri uffici. Avvocati e altre persone informate sui fatti vennero ascoltate cos dagli inquirenti di Perugia. Il caso, escludendo sembra responsabilit dei magistrati, poi passato alla Procura della repubblica di Roma e continuano a susseguirsi in questi giorni, nell'Urbe, interrogatori di persone informate sui fatti. Se verr confermato che tutto dipeso soltanto da disguidi tipici nel periodo estivo, quando il personale degli uffici giudiziari ridotto, l'inchiesta dovrebbe comunque concludersi con l'archiviazione.
Articolo
a cura di C. Pistilli - La Provincia
pubblicato il 13/05/2011 Ore 12:47