Saranno giudicati con rito abbreviato condizionato dallascolto di due testimoni Luigi, Giuseppe e Melissa DAlterio. Sar giudizio abbreviato secco, invece, per Armando, fratello di Melissa e Luigi, e figlio di Giuseppe (detto Peppe o marocchino). Il giudice per ludienza preliminare del Tribunale di Napoli, Antonio Cairo ha accolto le richieste dei legali dei quattro coinvolti nellinchiesta Sud Pontino, gli avvocati Giuseppe Lauretti, Maria Antonietta Cestra ed Emidio Martino.La posizione dei DAlterio sar discussa il prossimo 14 giugno. Non sono i soli ad aver chiesto il giudizio abbreviato tra i 68 imputati del procedimento. Per tutti coloro per cui si proceder con il rito ordinario lappuntamento in aula al 4 maggio. Nel dettaglio i due testi da ascoltare sono lamministratore giudiziario dei beni dei quattro fondani - un commercialista - e un carabiniere impegnato nellinchiesta antidroga Lazialfresco, che come noto prese il nome dalla ditta di trasporti della famiglia Lazialfrigo. E opportuno ricordare che i DAlterio sono stati arrestati a maggio 2010 su disposizione della Dda di Napoli, in quanto ritenuti legati al clan dei Casalesi e autori, grazie alla societ La Paganese di Costantino Pagano, di un monopolio mafioso sui trasporti di ortofrutta. I rapporti tra Pagano e DAlterio, secondo la Direzione distrettuale antimafia partenopea, sarebbero iniziati nel 2003. Il pentito Gianluca Costa, commerciante siciliano, anche lui coinvolto nelloperazione Sud Pontino, ha raccontato agli inquirenti che, giunto Pagano al Mof, DAlterio chiese lintervento di Venanzio Tripodo e alla fine venne raggiunto un accordo in base al quale Pagano consentiva ai DAlterio di monopolizzare i trasporti per la Calabria e il Piemonte. In seguito, per, secondo lAntimafia di Napoli, Pagano avrebbe iniziato a far fuori dagli affari del Mof i Tripodo. La specifica competenza, allinterno del sodalizio camorrista casalese, del sottogruppo laziale dei DAlterio per le tratte da Fondi verso lItalia Nord-Occidentale, pu ritenersi un dato pacificamente acquisito, hanno scritto i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli, motivando lordinanza con cui hanno negato la libert ai DAlterio. Giuseppe DAlterio, in particolare, viene inquadrato come un imprenditore pienamente consapevole delle dinamiche mafioso-camorristiche sottostanti il settore in cui opera.
Articolo
a cura di R. Antonilli
pubblicato il 23/04/2011 Ore 12:35