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Centoventi aziende che si organizzano per proprio conto, undici milioni di quintali di prodotti che annualmente transitano nel mercato, un fatturato annuo di un miliardo di euro. Sono questi i numeri del Mof, Mercato ortofrutticolo di Fondi, elencati da Enzo Addessi, amministratore delegato dal 1995 della Mof spa, nonch titolare di unazienda del medesimo settore.Addessi ieri ha reso la sua testimonianza nellambito del processo antimafia Damasco 2, il procedimento che pone sotto accusa il malaffare legato al condizionamento malavitoso allinterno del Mof e nel Comune di Fondi, che vede tra gli imputati anche Franco Peppe, titolare di due aziende per la commercializzazione dellortofrutta, e Venanzio Tripodo, formalmente dipendente di Peppe, ritenuto dalla pubblica accusa come luomo che imponeva la legge mafiosa al Mof. La deposizione di Addessi, teste della difesa, iniziata sulle domande dellavvocato Maria Antonietta Cestra, difensore di Venanzio Tripodo e di altri imputati tra cui Antonino DErrigo. Lavvocato ha chiesto allamministratore del Mof di riferire del funzionamento del mercato e della sua conoscenza di Venanzio Tripodo. Conoscenza, questultima, che Addessi ha collocato esclusivamente al fatto che entrambi vivono nello stesso paese, Fondi. Conosco Venanzio Tripodo soltanto di vista, non lho mai incontrato al Mof, ha riferito Addessi che ha escluso anche di conoscere DErrigo, indicato in aula dalla Cestra. Al teste lavvocato Cestra ha mostrato un articolo di giornale contenente la notizia relativa ad una intercettazione di una conversazione telefonica tra lui e Venenzio Tripodo e quindi gli ha anche chiesto di riferire sullargomento. Il testimone ha raccontato che Tripodo lo aveva chiamato dalla Calabria per sapere se gli interessava una partita di clementine di un suo amico di Rosarno (Reggio Calabria). Ma io gli risposi di no - ha detto il teste - poich trattavo s quellarticolo, ma proveniente da altre zone. Gli sconsigliai anche di perdere tempo con altri operatori del Mof perch in quel periodo di quel prodotto ce ne era fin troppo. A questo punto Venanzio mi chiese se poteva dare il mio numero di telefono allinteressato e io gli dissi di s. Quando questi mi chiam gli dissi le stesse cose che avevo detto a Tripodo. Addessi ha risposto alle domande degli altri avvocati, tra i quali Angelo Palmieri, Giuseppe Lauretti e Giulio Mastrobattista, con estrema sicurezza dipingendo il Mof come un luogo dalle attivit frenetiche e al contempo garantite da un sistema di vigilanza e di controlli allingresso, motivo per cui in qualsiasi momento si in grado di sapere chi entra e chi esce. Ha escluso che operatori fossero vittime di estorsioni e che al Mof qualcuno pagasse il pizzo ad altri. Ha riferito per di aver segnalato nel tempo problemi legati al settore dei trasporti accennando alla ditta Paganese. Lavvocato Palmieri ha chiesto al testimone se fosse stato mai sentito da carabinieri e polizia in virt di episodi di illegalit entrati nelle varie inchieste giudiziarie. Solo una volta - ha risposto - a seguito dellincendio di un camion proveniente dalla Spagna. E mai stato ascoltato dalla Dia ?, gli ha chiesto invece lavvocato Lauretti. S - ha risposto Addessi - ma solo un paio di mesi fa per uninchiesta nazionale sulla formazione dei prezzi nel settore dellortofrutta. Insomma, secondo il testimone di punta della difesa, al Mof non si vivrebbe in un ambiente logorato dalla malavita: niente pizzo, nessuna minaccia. Addessi ha aggiunto che allinterno del Mof sono stati organizzati convegni antimafia e che in occasione dellarresto dei DAlterio gli operatori hanno organizzato un sit-in non contro ma a favore delle indagini. Lamministratore ha riferito, infine, che i problemi legati al settore trasporti, tra cui una lontana esplosione di un colpo darma da fuoco da parte di un autotrasportatore, sarebbero stati puntualmente denunciati alle autorit competenti.
Il controesame da parte del Pm Maria Cristina Palaia lo ha riservato affich il teste chiarisse meglio la sua conoscenza di Venanzio Tripodo, mentre lavvocato di parte civile della Regione Lazio, Cristina Dello Siesto, ha chiesto ad Addessi di riferire su come si diventa operatore del Mof. Lamministratore ha risposto per eredit e per bando regionale.
Ludienza di ieri si contraddistinta anche per le deposizioni dei vari testi chiamati dalla difesa dellex assessore Riccardo Izzi: tra i quali Sandro Veronesi, a completamento della questione elettorale, del dipendente comunale Massimo Simonelli, sulle presunte pressioni esercitate da Izzi per favorire i Trani-Tripodo, Marialisa Mattei, titolare di un canile, che spesso si rec in Comune per sollecitare il pagamento delle fatture relative al ricovero dei randagi catturati nel territorio di Fondi. Veronesi, titolare di unazienda pubblicitaria era stato incaricato per la produzione del materiale elettorale relativo alla candidatura di Izzi. Limprenditore, compatibilmente con le deposizione di luned scorso degli altri componenti del comitato elettorale di Izzi, ha riferito che mai i Trani e i Tripodo avevano preso parte alle iniziative legate alla campagna di voto per conto di Izzi. Simonelli ha riferito sugli affidamenti di alcuni servizi secondo le procedure durgenza. Sollecitato dalle domande dellavvocato Nicola Chinappi ha spiegato che alle procedure pensava il suo dirigente e che lui piuttosto si occupava dellesecuzione e che comunque liter seguiva la normativa vigente. Nessuna preferenza per la Net Service di Carmelo Tripodo n per la ditta Parravano-Trani, e nessuna indicazione da parte di Izzi per luna o laltra o altre ditte ancora. Nelludienza di ieri si tornati a parlare del regolamento cimiteriale e del regolamento dei trasporti cimiteriali con dettagli forniti dallimputato Aldo Trani, su dichiarazione spontanea. La Mattei ha riferito in merito ai suoi colloqui con Izzi finalizzati a chiedere a che punto fossero le sue pratiche. Lassessore di riferimento era Beniamino Maschietto, ma siccome lui arrivava in tarda mattinata - ha dichiarato Mattei - e io andavo presto parlavo con Izzi perch cera lui, sempre disponibile con tutti. Ma a chiunque del Comune mi capitasse a tiro chiedevo sempre informazioni sulla mia situazione: vantavo crediti e il Comune tardava a pagarmi. Io non votai Izzi. Gli ultimi due testimoni a sfilare ieri sono stati altri impiegati del Comune, Giuseppe Moschitti e Luigi Macaro. Stessa storia: nessuna pressione nellaffidamento dei servizi a favore di Trani e Tripodo da parte di Izzi. Si torna in aula gioved. Per la prossima settimana attesa la testimonianza del colonnello dei carabinieri Leonardo Rotondi.
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a cura di R. Cammarone - La Provincia
pubblicato il 13/04/2011 Ore 13:15