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Violazione del segreto dufficio (articolo 326 del Codice penale) per la bozza del regolamento cimiteriale. E questa laccusa mossa nei confronti di Serafino Stamigni, ex assessore ai Servizi demoanagrafici del Comune di Fondi, nellambito del processo Damasco 2.Ludienza di ieri ha segnato un primo giro di boa passando dallescussione dei testi del Pm Maria Cristina Palaia a quelli del collegio difensivo. E i primi chiamati a deporre sono stati proprio quelli indicati dal difensore dellimputato Stamigni, lavvocato Francesco Anelli: si tratta di Marcello Picchio, dipendente dellente municipale di Fondi presso lo stato civile, e dellex assessore allambiente Giulio Cesare Di Manno. Picchio, nel corso della sua testimonianza, sollecitato dalle domande dellavvocato Anelli, ha subito chiarito che, allepoca dei fatti, nel 2007, la necessit di regolamentare i trasporti cimiteriali era nata dagli uffici e non dalla politica. Una verit in contrasto con la tesi dellaccusa secondo la quale il regolamento sarebbe stato pensato per blindare i servizi a vantaggio della ditta Parravano-Trani, favorita anche nellaffidamento dei servizi comunali. Stamigni, secondo la ricostruzione della pubblica accusa, avrebbe trasmesso la bozza del regolamento predisposta dagli uffici allassessore Riccardo Izzi, assessore ai lavori pubblici allepoca dei fatti, che a sua volta avrebbe dovuto ricompensare la cricca Trani-Tripodo promotori della sua candidatura alle elezioni del 2006. Picchio ha riferito, davanti al collegio giudicante presieduto da Lucia Aielli (giudici a latere Valentina Valentini e Mara Mattioli), di aver predisposto la bozza scopiazzando da internet, ovvero di aver seguito indicazioni tipo gi utilizzate da altri Comuni della stessa tipologia di quello di Fondi, di aver fornito copia sicuramente al suo dirigente e probabilmente al segretario comunale Celestina Labbadia e allassessore al ramo, appunto Stamigni. Picchio ha risposto negativamente alle domande degli avvocati Gustavo Panzini e Giulio Mastrobattista, difensori di Izzi, volte a sapere se Aldo Trani avesse influenzato la stesura della bozza e se, recandosi presso gli uffici per le pratiche di routine legate allattivit della ditta Parravano - Trani avesse mai minacciato qualcuno. Picchio ha detto sempre di no. Lex assessore Di Manno, esaminato dallavvocato Anelli, ha spiegato liter in base al quale la bozza sarebbe dovuta arrivare allesame del Consiglio comunale per lapprovazione. Circostanza che, secondo il teste, non si verific mai e che non giunse neanche in giunta motivo per cui - ha riferito lo stesso - non si trov mai a parlare del regolamento con lassessore Izzi. La deposizione di Di Manno si poi soffermata su un altro regolamento attinente sempre alla materia cimiteriale, giunto ad approvazione con la nuova amministrazione comunale. Anche lex assessore allambiente ha risposto negativamente alle domande volte a chiarire se Trani avesse mai esercitato una sorta di pressing presso il Comune di Fondi. Sul banco dei testimoni ieri sono quindi sfilati i testimoni della difesa di Izzi, ovvero i componenti del suo comitato elettorale: Fermando Tagliamento, Massimo Visca, Walter DAlterio e Giovanni Smeragliuolo. Il primo incaricato di organizzare nel 2006 le cene elettorali a sostegno di Izzi ha riferito di aver messo attorno ai tavoli 300/400 persone legate a rapporti di lavoro con la famiglia Izzi in ben due occasioni e che tra questi non vi erano n Aldo Trani n i fratelli Tripodo n alti imputati del processo Damasco 2. Tagliamento ha affermato che ad una manifestazione era stato presente anche il senatore Claudio Fazzone e che Izzi nel 2006, cos come nel 2001, era stato il primo degli eletti. La testimonianza di Visca, consulente del lavoro, delegato dagli Izzi a predisporre le buste paga per i loro dipendenti, ha confermato che i lavoratori allepoca dei fatti erano circa 200. Un numero, evidentemente, gi sufficiente - almeno secondo la tesi difensiva -, considerando anche il loro indotto, genitori , mogli e figli, a far eleggere Izzi. Insomma, una testimonianza, forse volta a dimostrare che a Riccardo Izzi non sarebbero serviti i voti della cricca Tripodo-Trani. Visca, cos come gli ultimi due testimoni, DAlterio e Smeragliuolo hanno affermato che mai i Trani, i Tripodo e gli altri imputati abbiano partecipato alla campagna elettorale di Izzi.
Si torna in aula questa mattina con altri testi chiamati dalla difesa dellex assessore ai lavori pubblici.
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Articolo
a cura di R. Cammarone
pubblicato il 12/04/2011 Ore 13:50