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Alle prime luci dell'alba di questa mattina la Dia di Napoli piombata a Sperlonga. Gli uomini dell'antimafia hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo di beni emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su proposta del direttore della Dia, il generale dei carabinieri Antonio Girone, nei confronti di Cipriano Chianese.
Il 57enne di Parete un noto avvocato e imprenditore operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti, gi raggiunto nel marzo 1993 e nel 2007 da ordinanze di custodia cautelare per vicende connesse al traffico di rifiuti ed allappartenenza al clan dei casalesi, attualmente a giudizio con laccusa di associazione per delinquere di stampo camorristico. A Sperlonga, in particolare, i sigilli sono scattati per una faraonica villa di 21 stanze con annessa piscina per la quale, tra l'altro, era stata avanzata una falsa richiesta di condono edilizio. L'operazione di ieri, condotta in collaborazione con la Dia di Padova, ha riguardato anche Franco Caccaro, 49enne di Campo San Martino, comune in provincia di Padova, con precedenti di polizia per reati finanziari, individuato dalle indagini come intestatario di beni e societ di fatto riconducibili al Chianese. I beni per i quali il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto il sequestro, sono, oltre alla villa sperlongana, un fabbricato e un immobile siti a Parete, quattro autovetture e un capannone industriale sito in Santa Giustina in Colle (PD). Il valore complessivo dei beni in sequestro , secondo stime prudenziali, di oltre 13 milioni di euro. In passato la Dia si era gi interessata allavvocato Chianese, gi titolare della Resit, societ che gestiva discariche nel territorio campano. Infatti nel 2008 l'avvocato era stato assoggettato alla sorveglianza della Polizia ed era stata disposta la confisca di una parte del suo ingente patrimonio. Le indagini hanno permesso di delineare un allarmante profilo personale del Chianese, quale protagonista assoluto della penetrazione camorristica nel settore dei rifiuti. Gli inquirenti si sono trovati davanti ad un vero e proprio inventore del sistema delle ecomafie nella sua declinazione campana. Un uomo capace di adattarsi anche alla gestione commissraiale dell'emergenza rifiuti, attraverso un rapporto collusivo con il subcommisssario ai rifiuti Facchi, dal quale ha tratto rilevantissimi profitti illeciti.
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Articolo
a cura di R. Antonilli
pubblicato il 06/04/2011 Ore 13:25