Droga, armi, giri di assegni. Ieri, nel corso dellennesima udienza del processo Damasco 2, volto a far luce sulla presunta associazione mafiosa costituita a Fondi e in grado di inquinare sia il Comune che il Mof, a testimoniare contro i Tripodo, i principali imputati, e a parlare del business criminale che i due fratelli avrebbero gestito in provincia di Latina stato un nuovo collaboratore di giustizia, il quarto finora. A rispondere alle domande del pm Maria Maria Cristina Palaia e delle difese stato il pentito Dario De Simone, ex esponente del clan dei Casalesi.Davanti al Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Lucia Aielli, De Simone, collegato in videoconferenza, ha ricordato di essere entrato a far parte dei Casalesi nel 1984 e di aver iniziato la sua collaborazione nel 1996, dopo essere stato arrestato nellambito della maxi-inchiesta Spartacus. Il pentito ha riferito che si occupava di estorsioni, omicidi e della contabilit del clan, ma soprattutto di aver conosciuto uno dei fratelli Tripodo, senza ricordare se si trattasse di Carmelo o di Venanzio. Ricordo - ha dichiarato De Simone - che il Tripodo che ho conosciuto era leggermente zoppo. Non ricordo il nome ma so descriverlo. Operava nella zona della provincia di Latina e mi venne presentato, a met degli anni novanta, da Vincenzo Zagaria. Il collaboratore di giustizia ha quindi affermato che Tripodo forn ai Casalesi kalashnikov e pistole, facendole consegnare presso un ristorante sulla Domiziana, il Saionara, nei pressi di Castel Volturno, dove erano soliti incontrarsi. Vi fu anche - ha specificato De Simone - un giro di assegni tra Zagaria e Tripodo, i quali si erano conosciuti anni prima per un traffico di droga a cui partecipavano anche Michele Zagaria e Alberto Beneduce. Ci fu poi chiesto di uccidere una persona che aveva partecipato allomicidio del padre dei Tripodo, in carcere, e noi uccidemmo questa persona a Parete, nel 1990. E ancora: I Tripodo avevano interessi al Mof, gestivano un po tutto l, recuperavano crediti e stabilivano i prezzi. Un dentista, tale Oropallo, chiese invece il nostro intervento essendo in difficolt con i Tripodo, che gli erano addosso per recuperare duecento milioni. Nel momento in cui le difese hanno chiesto di precisare i fatti raccontati ed evidenziato delle contraddizioni, De Simone non per stato in grado di colmare le lacune presenti nella sua testimonianza. E lo stesso Carmelo Tripodo ha specificato che in alcuni periodi indicati dal teste lui era in carcere.
Prima del pentito, sempre ieri mattina, stato sentito anche un maresciallo della Dia, Lorenzo Favale, che nel 1999 esegu un monitoraggio a Fondi, controllando i Tripodo, Trani e Igor Catalano, senza per che venisse accertato alcun reato. Mario Comodo, dipendente della societ Samana, ha invece fornito delle precisazioni sulla gara comunale per la derattizzazione a cui aveva partecipato.
Domani si torner in aula per proseguire il processo ai 33 imputati e saranno ascoltati alcuni carabinieri impegnati nellinchiesta Damasco. La relazione della commissione daccesso voluta a Fondi dallex prefetto Bruno Frattasi, acquisita agli atti del processo, essendo secretata, stato infine stabilito che potr essere solo visionata, senza prenderne copia, dalle difese.
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a cura di C. Pistilli - La Provincia
pubblicato il 02/03/2011 Ore 13:08