Due infermieri che operano nel nosocomio fondano, lunedì, sono attesi in azienda a Latina. Avranno così modo di spiegare la loro versione dei fatti su una presunta interruzione di pubblico servizio che l’Asl sta ipotizzando a loro carico e per cui potrebbero partire anche sanzioni disciplinari. La vicenda si collega alla questione Poct, perché i due, come gli altri infermieri del “San Giovanni di Dio”, non stanno utilizzando gli strumenti di analisi a letto. La relazione a carico dei due, al vaglio dell’Asl, riguarda proprio casi specifici legati a tale fattore. Due sembrano essere i pazienti le cui analisi sono state eseguite in un altro ospedale anziché a Fondi. Dunque il muro contro muro tra azienda e personale continua. Basta ricordare che i primi di gennaio l’azienda sanitaria aveva inviato una lettera con cui spiegava che rientra nelle mansioni degli infermieri l’utilizzo dei Poct. Il personale operante nel nosocomio fondano, dal 20 dicembre scorso, invece, ha deciso di non utilizzare più gli strumenti di analisi a letto. Una scelta basata su una sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Latina, Roberto Bonanni, che aveva intimato l’azienda sanitaria a non impegnare gli inferimieri nella mansione e ordinando contestualmente il pagamento delle prestazioni effettuate dal personale dal 2005 e mai restribuite. Eppure l’Asl ha fatto orecchie da mercante, tanto che gli infermieri hanno letteralmente abbandonato i Poct. Loro con quelle macchinette non hanno nulla a che fare, così ha deciso il giudice. I Point of Care Testing sono da anni al centro delle polemiche. Utili per eseguire le analisi dei pazienti a letto sono stati affidati agli infermieri che, da contratto, non sono autorizzati a farlo. In sintesi non ricevono un compenso, e soprattutto, qualora si verificasse un problema di qualsiasi genere, sarebbero loro a farne le spese.

Clicca qui per guardare il servizio