Da una parte i macellai e gli allevatori di Monte San Biagio che hanno chiesto il riconoscimento della cosiddetta Denominazione dOrigine Protetta; dallaltra alcuni loro omologhi di Fondi, Itri, Sperlonga e Formia che puntano invece allIndicazione Geografica Protetta.Questi i protagonisti di una tanto inattesa quanto singolare contrapposizione che ha come oggetto uno dei principali prodotti gastronomici del comprensorio, vale a dire la salsiccia di maiale. A Monte San Biagio cercano di conquistare il marchio DOP per riportare in auge una tradizione norcina che trae origine addirittura dai longobardi e che si caratterizza per la presenza del cosiddetto coriandolo, ovvero la petarta, oltre che per la carne di suino nero. A Fondi e nei suddetti centri vicini, i macellai e gli allevatori credono invece pi corretto ed opportuno ottenere il marchio di Indicazione Geografica Protetta.
A tal proposito si costituito addirittura un comitato promotore presieduto da Sergio Di Vito.
La principale differenza riguarda, in pratica, le carni utilizzate per la realizzazione delle salsicce.
Il marchio DOP previsto solo nei casi in cui una ricetta tipica si ricavi da ingredienti esclusivamente del posto, mentre quello IGP consente che la pietanza, seppur nel rispetto delle tradizioni storiche, possa essere frutto di ingredienti anche non locali.
Secondo il Comitato promotore della Salsiccia paesana al coriandolo dei Monti Aurunci non veritiero affermare che linsaccato di Monte San Biagio viene realizzato con carni esclusivamente del posto e dunque, soprattutto in segno di rispetto nei confronti dei consumatori, non si pu millantare una denominazione di origine protetta. Da qui la clamorosa divergenza che nei prossimi giorni alimenter probabilmente reazioni e nuove prese di posizione.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 07/11/2006 Ore 16:54