I terreni al centro dell’attenzione sono quelli situati in località Selvavetere. Lo scontro aperto tra Comune e occupatori spesso è finito nelle aule di tribunale. L’ultima novità in tal senso arriva dal Tar che, nel giudicare inammissibili dieci ricorsi di abitanti della zona, ha comunque riconosciuto il diritto sui terreni gravati da uso civico da parte degli occupanti di quei beni. Dieci fondani dovranno così ora anche pagare 1.500 euro di spese di giudizio a Regione e Comune. I dieci ricorrenti avevano chiesto al Tar di intervenire dopo il silenzio mantenuto da Palazzo dinanzi alla loro diffida e di stabilire l’obbligo della pubblica amministrazione di legittimare i loro diritti sui terreni occupati. I giudici hanno ricordato, nella sentenza, come anche la Corte di Cassazione ha riconosciuto la nascita di un diritto in capo all’occupante di terreni del demanio civico occupati abusivamente: “Ferma la proprietà del Comune, per effetto del provvedimento di legittimazione sorge in capo all’interessato una posizione giuridica connotata in termini di diritto soggettivo”. Nel momento in cui l’ente pubblico non sancisce tale situazione, il Tar ha specificato però di non poter intervenire per annullare il silenzio-rifiuto, in quanto il diritto ha natura soggettiva e non legittima. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile. Tornando al ruolo di Cavone, De Meo e Conti spiegano: “Siamo convinti che la nomina del nuovo perito rappresenti il punto di partenza per dare finalmente risposte ai tanti cittadini che da tempo convivono con questo disagio. Si tratta di un atto richiesto a più riprese dal Comune di Fondi, proprio nell’ottica di un impegno assunto dall’amministrazione comunale sin dal suo insediamento per approdare ad un esito definitivo e condiviso nell’interesse della collettività, ed anche in quanto presupposto per una riqualificazione complessiva della zona costiera che possa fungere da traino allo sviluppo turistico con importanti ricadute occupazionali”.

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