La Direzione Investigativa Antimafia ha chiesto la confisca dei beni della famiglia DAlterio e la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Fondi per il 55enne Giuseppe e i suoi figli Luigi, 32anni, Armando (28) e Melissa (30). Tutti e quattro detenuti in carcere con laccusa di associazione a delinquere di stampo camorristico, illecita concorrenzacon violenza e minacce e reimpiego di capitali provento di delitti.Il Tribunale di Latina non ha ritenuto opportuno procedere con il sequestro anticipato dei beni, perch gi sequestrati dalla Dda di Napoli a maggio 2010, quanto scatt loperazione Sud Pontino. Una maxi-operazione antimafia che coinvolse mezza Italia e per cui finirono in carcere 67 persone. Solo due conti correnti ed un immobile per cui stata richiesta la confisca non erano stati congelati dallantimafia partenopea. Della confisca e della sorveglianza speciale si discuter in Tribunale davanti al collegio il prossimo 17 marzo. Quel giorno i legali dei DAlterio, Maria Antonietta Cestra, Giuseppe Lauretti ed Emidio Martino avranno modo dimostrare leventuale linfondatezza dei provvedimenti chiesti dallAntimafia. Come si ricorder, Armando era stato rintracciato a bordo del proprio camion in Piemonte, mentre gli altri tre erano stati arrestati a casa alle prime luci dellalba del 10 maggio dello scorso anno, dagli uomini della Dia e del commissariato di Fondi. Per capire qual il ruolo attribuito dagli inquirenti alla famiglia DAlterio nellambito delloperazione che ha svelato il malaffare che sta dietro i trasporti nel settore ortofrutticolo, basta ricordare che nellordinanza firmata dal gip Grazia Castaldi la Lazialfrigo della famiglia DAlterio viene definita una societ controllata dalla Paganese. La Lazialfrigo, secondo la tesi accusatoria, avrebbe ottenuto una posizione di assoluto dominio nei trasporti lungo le tratte che da Fondi portano al settentrione e al Piemonte in particolare, grazie allappoggio di Costantino Pagano (il vero perno attorno a cui ruota tutta linchiesta). Non si deve dimenticare che unaltra cospicua parte del patrimonio della famiglia era gi stato sequestrato nellambito di unaltra vicenda che vedeva nel ruolo di protagonisti i DAlterio e la loro ditta di trasporti: Lazialfresco.