Troppo pochi, secondo il giudice Costantino De Robbio, sei mesi di reclusione per un carabiniere accusato di omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale, calunnia, omissione di atti dufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Per questo, ieri, il gup del tribunale di Latina ha respinto la richiesta di patteggiare la pena su cui era stato trovato un accordo tra il difensore di un appuntato in servizio a Lenola e il pubblico ministero. Gli atti sono ora tornati in Procura, mentre un maresciallo di Lenola e un appuntato del Norm della compagnia di Gaeta, anche loro coinvolti nellinchiesta, attendono ludienza preliminare, dove il giudice dovr pronunciarsi sul loro eventuale rinvio a giudizio. Il caso prende le mosse dallarresto di un sedicenne, accusato di spaccio di hascisc. Il minorenne, figlio di un funzionario della Regione, venne arrestato a Lenola nel settembre 2009, nellambito di un blitz antidroga che port al sequestro di 250 grammi di hashish. Ben presto i familiari dellarrestato presentarono una denuncia, sostenendo che la droga non era stata trovata al sedicenne, ma a casa di un suo amico maggiorenne, e che quindi gli atti dei carabinieri erano falsi. Il sostituto procuratore Olimpia Monaco apr uninchiesta e chiese la sospensione dal servizio dei tre militari sotto accusa. Il gip Nicola Iansiti neg la misura, concessa invece, ma solo per i due appuntati, dal Tribunale del Riesame di Roma. La Corte di Cassazione annull poi la sospensione per il carabiniere di Gaeta, mentre deve ancora pronunciarsi per quello di Lenola, che aveva chiesto un rinvio nellattesa del processo di ieri. Nel corso di un interrogatorio, lappuntato difeso dallavvocato Marino ha specificato che aveva partecipato alloperazione, in appoggio ai colleghi di Gaeta, e che si era reso conto che veniva gestita in modo singolare, firmando comunque gli atti in quanto pensava che alla fine fosse tutto sostanzialmente regolare.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 04/11/2010 Ore 13:19