Sono pronti a ricorrere al Riesame per chiedere il dissequestro dei beni. I legali di Venanzio Tripodo e Franco Peppe hanno intenzione di opporsi al provvedimento del Tribunale di Latina che ha portato al sequestro,da parte degli uomini della Dia di Roma, di aziende, terreni e fabbricati per un valore di otto milioni di euro.In particolare il legale di Tripodo, Maria Antonietta Cestra tiene a precisare che molti dei beni per cui la Dia scesa a Fondi, erano gi in amministrazione controllata. In sintesi erano stati sequestrati in fase di indagine. Va ricordato che i beni sono finiti sotto sequestro perch Tripodo considerato dagli inquirenti il capo della cosca della ndrangheta denominata , da anni attiva nel basso Lazio, e Peppe, che di mestiere fa limprenditore ortofrutticolo, ritenuto un prestanome della ndrangheta. Attualmente i due sono in attesa dellinizio del processo, al via dal 20 ottobre prossimo. Venanzio Tripodo si trova in carcere, Franco Peppe invece da una decina di giorni agli arresti domiciliari, come disposto dal gip Giovanni Ariolli, su parere favorevole del pm Maria Cristina Palaia, una volta preso atto delle precarie condizioni di salute dell'indagato.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 29/09/2010 Ore 12:55