I due, avendo trovato la donna in casa da sola, l’avrebbero minacciata e tentato di abusare di lei.
Da una prima ricostruzione dei fatti, la storia è sembrata subito poco plausibile in quanto sebbene la donna presentasse ferite agli avambracci queste non corrispondevano a lesioni da taglio, perché procurate probabilmente in maniera autolesionistica, forse con le unghie.
Ascoltati poi gli indiani indicati dalla donna come presunti autori, questi ultimi hanno ribaltato, fin da subito, con le loro dichiarazioni, quanto affermato dalla stessa.
Ne è emerso che, essendosi conosciuti a seguito di un prestito di denaro che un indiano, per necessità di salute, aveva richiesto alla donna (nota nell’ambiente come prestatrice di soldi), la stessa si era recata, con il marito ed il figlio, a casa dell’indiano per ottenere la restituzione del prestito. Dopo che l'uomo le aveva restituito non solo i 200 euro originari, ma anche altri 800 euro di interessi, la donna, non contenta, ne pretendeva altri 200, che al momento l’indiano non aveva con sé. Da tale fatto ne è scaturita una discussione con minacce ed insulti, a seguito della quale l’indiano decideva di sporgere querela nei confronti della donna.
Dopo una non facile ricostruzione dell’episodio accaduto, la 35enne ed il marito sono stati, quindi, deferiti alla Procura della Repubblica di Latina poiché dovranno rispondere di concorso in usura aggravata e di minacce.
Sono, intanto, in corso ulteriori indagini per far venire alla luce il “giro d’usura” posto in essere dalla donna e dai familiari nel mondo degli extracomunitari.