La difesa dei DAlterio ha lasciato il segno. E potrebbe aver messo in crisi lintero impianto investigativo relativo alla gestione dei trasporti nel settore ortofrutticolo da parte dei Casalesi. questa almeno limpressione che gli avvocati Giuseppe Lauretti, Pasquale Cardillo Cupo e Maria Antonietta Cestra hanno avuto nel presentare al collegio del tribunale del Riesame di Napoli unampia e dettagliata documentazione sullattivit lavorativa di Giuseppe, Luigi e Melissa DAlterio.
Dopo gli interrogatori di garanzia, dove gi i tre avevano dichiarato spontaneamente - rifiutandosi tuttavia di rispondere alle domande del gip - di aver sempre agito correttamente ieri mattina il pool di difensori ha voluto dimostrare quelle dichiarazioni con i fatti. La famiglia DAlterio, secondo la tesi della difesa, avrebbe avuto un ruolo solo marginale nella gestione dei trasporti, che aveva portato lantimafia napoletana ad arrestare 70 persone e a smantellare unorganizzazione di stampo mafioso gestita dai Casalesi.
Hanno recuperato e messo insieme centinaia di pagine, una dopo laltra, da cui emergono tutte le transazioni contabili della Lazialfrigo, gestita dai DAlterio. E aggiunto la documentazione relativa ad una serie di procedimenti che erano gi stati avviati nei loro confronti.
Uno di questi riguarda linchiesta gi avviata nel 2006 dalla Dda di Roma, in cui non era stata ipotizzata laggravante mafiosa e il reato di estorsione era stato derubricato.
Smontate anche parte delle intercettazioni ambientali e degli indizi di colpevolezza, tra cui i pi gravi erano stati gi esclusi dal gip.
La reazione dei giudici davanti ad una difesa di ferro stata tangibile. Il sostituto procuratore antimafia Francesco Curcio, secondo quanto affermano gli avvocati, non avrebbe avuto gli strumenti per replicare. Il collegio invece ha preso tempo e si riservato la decisione.
I difensori dei tre fondani puntano alla scarcerazione in attesa dellavvio del procedimento giudiziario vero e proprio. Tuttavia, malgrado il notevole impatto che i fascicoli difensivi hanno avuto sui magistrati, le probabilit che la richiesta venga accolta sono davvero poche.
Una settimana fa - spiega Lauretti - c stata la discussione del Riesame nei confronti di Armando DAlterio, il 27enne difeso dallavocato Giulio Mastrobattista, che si era costituito nel pomeriggio del 10 maggio, al ritorno da un trasporto a Torino. Ebbene in quel caso il tribunale della libert non ha potuto accogliere la richiesta di scarcerazione e ha confermato la custodia cautelare in carcere poich alla difesa mancavano le prove documentali.
plausibile insomma che, avendo Giuseppe O marocchino - padre 54enne di Armando, Luigi 31enne detto Cammissella e della 29enne Melissa - un ruolo pi importante nella vicenda, questi non possa essere scarcerato in ragione del precedente relativo al figlio 27enne che avrebbe una responsabili, invece, pi limitata.
Le accuse mosse dalla Procura antimafia nei confronti dei DAlterio comunque sono pesanti. Associazione per delinquere di stampo mafioso, illecita concorrenza con violenza e minacce e reimpiego di capitali provento di delitti.
Il tutto legato alla presunta collaborazione con la Paganese, ditta campana con sede anche a Fondi e gestita da Costantino Pagano, accusato di fare da intermediario tra lorganizzazione dei Casalesi e i DAlterio.
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a cura di Irene Chinappi - Il Territorio
pubblicato il 04/06/2010 Ore 13:26