Una devastante bufera si abbattuta sulla citt di Fondi, portandola alla ribalta delle cronache nazionali.La tempesta partita da quello che gli inquirenti hanno definito il ''sodalizio criminale''gestito dai fratelli calabresi Tripodo, Carmelo Giovanni e Antonio Venanzio, che dopo la morte del padre, Domenico, hanno ereditato da quest'ultimo l'illecita attivit.
I due fratelli avevano messo gli occhi sul MOF, il mercato ortifrutticolo pi importante d'Italia e d'Europa, e in poco tempo sono riusciti a metterci sopra anche le mani.
Ma ieri, all'alba, la giustizia ha fatto il suo corso e questa famiglia malavitosa che tramava nell'ombra e rischiava di divorare l'intera citt stata bloccata nel suo progetto criminale.
200 sono stati gli uomini impegnati in questa grandiosa operazione (quella che stata definita ''la seconda parte dell'operazione Damasco) ai fini di combattere la macro criminalit, agenti del centro Dia di Roma e del comando provinciale di Latina; gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi dal gip su richiesta del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dei pubblici ministeri Diana De Martino e Francesco Curzio. Diciasette sono state le ordinanze di custodia cautelare (di cui 5 ai domiciliari) eseguite.
A finire in gattabuia sono stati Carmelo Giovanni e Antonio Venanzio Tripodo, Giuseppe Bracciale, l'ex assessore Riccardo Izzi, Franco Peppe, Pasquale Peppe, Alessio Ferri, Antonio Schiappa, Igor Catalano, Vincenzo Bianch, Antonio d'Errigo.
Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti Gianfranco Mariorenzi, dirigente dei lavori pubblici del Comune di Fondi, Tommasina Biondino, funzionario del settore Bilancio, il capo della polizia municipale Dario Leone, il suo vice Pietro Munno e l'imprenditore Massimo Di Fazio. Altre 33 persone sono indagate in stato di libert. Quote di tre societ ortofrutticole sostenute dal clan n'draghentistico sono state sequestrate.
L'operazione si conclusa al termine di due anni di attivit investigativa che ha preso spunto da numerose denunce presentate da commercianti e operatori commerciali ai quali veniva impedita ogni attivit nell'ambito del mercato ortofrutticolo fondano finito sotto il dominio dei Tripodo ai quali si contesta di aver conquistato il terreno attraverso intimidazioni. Ma secondo gli investigatori i due fratelli non si sono limitati a interessi ortofrutticoli in quanto avrebbero allargato il loro raggio d'azione anche ad altre attivit commerciali come quello dei traslochi, delle pulizie e delle pompe funebri. Intanto, la complessa operazione ha portato, oltre a numerose perquisizioni, anche al sequestro di beni immobiliari come terreni, immobili e societ per un valore complessivo di 10 milioni di euro; i sequestri sono stati autorizzati dal gip e saranno oggetto di ulteriori indagini per stabilire se debbano essere sottoposti a confisca.
I Tripodo aspiravano a diventare i regnanti del MOF: imponevano i prezzi di frutta e verdura e decidevano quale societ doveva operare. Bastava il loro nome per mietere paura tra i tanti commercianti che operano nel mercato pi importante d'Italia.
Sul fronte della politica, secondo gli investigatori, l'ex assessore Izzi avrebbe facilitato la famiglia Tripodo ottenendo in cambio soldi e finanziamenti per le elezioni.
A Fondi, secondo quanto accertato, sarebbero finiti, in seguito alla guerra tra Cosche di Reggio Calabria, i proventi dell'attivit di spaccio e usura del clan Tripodo. Il denaro sarebbe stato reinvestito in societ che operavano nei settori del mercato ortofrutticolo, delle pulizie, delle onoranze funebri e dei traslochi. Con la compiacenza di funzionari comunali, vigili urbani, e dello stesso ex assessore Izzi, le societ riconducibili ai Tripodo avrebbero ottenuto importanti commesse dietro il versamento di tangenti. I reati contestati dunque,vanno dall'associazione mafiosa all'abuso di ufficio fino alla corruzione aggravata.
Una situazione davvero gravosa che ha inquinato il nome della cittadina fondana, ma la giustizia ha trionfato e si spera che Fondi e soprattutto il suo importante mercato ortofrutticolo adesso possano rifiorire con il lavoro e l'onest dei suoi operatori. Senza intrighi e minacce della malavita.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 08/07/2009 Ore 12:37