"E' un don Chisciotte giovane, abbigliato in maniera moderna, che simboleggia l'avvilimento di tanti ragazzi di questi anni. Ma al tempo stesso, per i giovani, è un'esortazione a sognare e a realizzare il proprio futuro: ad essere artefici delle proprie fortune". Il gestore Gerardo Abbate ringrazia Dinacci, del quale è nota la sensibilità umana oltre che artistica, per l'attenzione avuta nel donare il dipinto all'Istituto.
Nato a Napoli, Dinacci ha mutato la giovialità dell'indole partenopea nella sua arte. Artista completo, ha perfezionato la sua formazione tecnica ed artistica con lo studio dei grandi maestri della pittura negli anni in cui ha lavorato al Museo Nazionale di Capodimonte e alla Reggia di Caserta quale restauratore di opere d'arte con le Soprintendenze di Napoli, di Caserta e di Salerno. Ha percorso l'Italia e l'Europa conciliando la lezione dei classici del passato con un acuto senso della modernità. Da oltre dieci anni ha eletto la sua dimora tra Roma e Napoli, nell'agro di Fondi, impiantando un atelier-laboratorio sulla provinciale Fondi-Sperlonga.