Un patrimonio enorme ed incredibilmente vario quello sequestrato all' ormai noto 38enne immobiliarista della provincia pontina coinvolto dallo scorso febbraio nell'Operazione Damasco.26 immobili distinti tra appartamenti, case e negozi, ma anche capitali e quote di partecipazione in societ e ditte individuali, per un totale di 8 milioni di euro, cifre da capogiro che stridono fortemente con le dichiarazioni dei redditi dello stesso le quali non superavano i 15mila euro l'anno. Ma questa solo una briciola nel paniere di contraddizioni e dubbi che aleggiano da anni intorno all'uomo.
Il decreto di sequestro, stato emesso lo scorso 28 ottobre dal Collegio del Tribunale presieduto dal giudice Cinzia Parasporo e notificato dagli agenti del commissariato di Fondi a casa del 38enne che, come noto, agli arresti domiciliari dallo scorso 14 agosto dopo essere stato arrestato nell'ambito dell'operazione dei carabinieri Damasco effettuata all'alba del 13 febbraio 2008. Un indagine parallela a quella messa in piedi dagli agenti della Divisione Anticrimine, coordinati dal primo dirigente Annabella Cristofaro con la collaborazione dei colleghi del commissariato di Fondi coordinati dal vice questore Eugenio Marinelli. Un team che grazie ad un lavoro certosino riuscito a ricucire rapporti risalendo alla base patrimoniale di un personaggio il cui profilo criminale pi che complesso. Ieri mattina il questore Nicola D'Angelo ha tenuto una conferenza nel corso della quale stata illustrata l'operazione. E' stato encomiabile il lavoro svolto dalla Divisione anticrimine della Questura ha spiegato il questore - un ufficio che io stesso ho voluto potenziare perch ho sempre ritenuto che uno dei mezzi pi incisivi per contrastare la criminalit organizzata fosse quello di intaccarne il patrimonio immobiliare; un criminale senza soldi ha concluso sicuramente meno pericoloso. Una storia complicata quella dell'immobiliarista in questione che stato scarcerato alla vigilia della festivit di met agosto dal gip di Roma Pierfrancesco De Angelis. Un provvedimento adottato anche in considerazione della condotta dell'uomo dopo il trasferimento presso il carcere di Pesaro, dove ha trascorso quattro mesi. Il suo un ruolo tutto da chiarire nellorganizzazione smantellata nelloperazione Damasco. Un particolare potrebbe essere utile in questo senso: giusto un anno fa, quando i carabinieri del comando provinciale di Latina hanno chiesto alla Telecom di intercettare le utenze del 38enne, il gestore telefonico ha risposto con un fax riservato che loperazione non era possibile in quanto i numeri erano gi sotto procedura di intercettazione di altra autorit giudiziaria. Pi precisamente della Direzione nazionale antimafia che evidentemente in quei giorni indagava anchessa sullimmobiliarista di Fondi. Poi c' l'altra campana: secondo lavvocato Massimo Basile, che segue il 38enne, la posizione del suo assistito si notevolmente alleggerita dopo che l'uomo riuscito a dimostrare ai magistrati la liceit di alcune entrate che invece erano state attribuite allattivit usuraia. Restano a carico del mio assistito - dice - solo due circostanze che ritengo potranno essere chiarite anchesse. A testimonianza della sua affidabilit professionale va sottolineato anche che in questi giorni, l'uomo, che ambasciatore commerciale della Liberia in Italia ha ricevuto lattestato di solidariet del paese africano. Un altro passo stato fatto ma il cammino verso la parola fine sembra ancora lungo, nel frattempo il collegio penale del Tribunale di Latina ha fissato la discussione del provvedimento di sorveglianza speciale e confisca dei beni in camera di consiglio per gennaio 2009.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 14/11/2008 Ore 13:38