Dopo le prime operazioni di sgombero effettuate verso la met dello scorso dicembre, ieri mattina i mezzi meccanici sono infatti tornati sulla fascia costiera per abbattere alcune strutture dellormai ex camping Il Gabbiano.Alla presenza dei tecnici del settore urbanistica del Comune e di rappresentati delle Forze dellOrdine, le ruspe hanno demolito in particolare un bar, i bagni e un locale adibito a deposito di materiali. Quella de Il Gabbiano una vicenda che si trascina ormai da circa trentanni, con controversie giudiziarie ed amministrative di varia natura. Da ultimo, nel gennaio del 2007, il Comune ha emesso unordinanza di sgombero e chiusura, poi sostanzialmente confermata dal Tribunale Amministrativo Regionale al quale si erano appellati i proprietari. Tra i motivi principali alla base del provvedimento, la sicura presenza di usi civici sullarea; ma anche limpossibilit di condonare alcune opere realizzate abusivamente. Particolare importanza assume poi il fatto che in quella zona previsto lormai noto progetto di rinaturazione e recupero ambientale della duna che, per una profondit di circa 150 metri, interesser un chilometro e mezzo della fascia costiera fondana nel tratto tra Holiday e, appunto, Tumulito. Nei mesi scorsi i tre titolari della struttura, che in precedenza si erano visti respingere anche una domanda di alienazione dei terreni, avevano tentato in tutti i modi di evitare labbattimento, chiamando in causa anche la Regione e la Prefettura. Le due istituzioni avevano chiesto ed ottenuto la sospensione del provvedimento, poi per confermato dopo alcuni specifici incontri in cui erano stati chiariti tutti gli aspetti tecnici e giuridici. Gli stessi proprietari, ancora oggi, continuano comunque a ribadire che ci sarebbero state le condizioni per un compromesso e per consentire il proseguimento dellattivit, che fra laltro dava lavoro ad almeno una ventina tra impiegati ed operai. Proprio per auspicare la salvaguardia dei livelli occupazionali, alla notizia del possibile sgombero era stata promossa una raccolta di firme alla quale avevano aderito circa cinquecento persone. Alla stessa si era accompagnata la singolare iniziativa, promossa dal Comitato Salto di Fondi, di stendere un lenzuolo bianco su balconi e recinzioni in segno di solidariet nei confronti dei gestori e dei lavoratori. Non riusciamo a comprendere la disparit di trattamento che il Comune ha attuato rispetto ad altre strutture analoghe operanti nella stessa zona ha dichiarato esplicitamente Romano Rambelli, uno dei titolari de Il Gabbiano, ricordando anche il fatto che nessuno si preoccup di sindacare sulla nostra struttura quando ospitammo oltre 400 albanesi, rispondendo allappello delle istituzioni in occasione dellemergenza che nei primi anni novanta interess anche il nostro comprensorio. Lo stesso Rambelli ritiene pertanto che tutto lascia pensare che si sia trattato di una ritorsione di natura esclusivamente politica. Tesi condivisa anche dallex sindaco socialista e neo-commissario del Monumento Naturale del Lago di Fondi, Onorato Mazzarrino, secondo il quale ci si trova di fronte ad unazione vendicativa da parte dellamministrazione comunale di centrodestra. Ricostruzione prevedibilmente contestata dal Comune che gi in precedenza ha ricordato come quei terreni siano indiscutibilmente gravati da usi civici, e dunque di propriet collettiva, tanto da esser stati fra laltro oggetto di reintegra. E come sentenze ormai passate in giudicato abbiano chiaramente decretato limpossibilit di condonare le opere realizzate abusivamente ed autorizzare lesercizio delle attivit ad esse collegate. Vista la sostanziale certezza dellabbattimento, i titolari del campeggio hanno intanto chiesto, tramite i loro legali, almeno la sospensione del divieto di entrare nella struttura, in maniera tale da poter recuperare attrezzature e materiale vario rimasti dentro.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 28/05/2008 Ore 14:05