Forti dubbi da parte della Federazione Turismo Commercio e Servizi della UIL sulla reale possibilit di stabilizzare in tempi brevi, vale a dire di assumerli regolarmente, i circa 45 Lavoratori Socialmente Utili di Monte San Biagio.Nei giorni scorsi si era parlato di spiraglio per questi lavoratori in quanto era stato firmato tra Comune e sindacati un verbale congiunto di intenti per lassunzione di provvedimenti che garantissero, appunto, la stabilizzazione degli LSU. Il documento - sottoscritto dalla CISL, dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie e dal Coordinamento Sindacale Autonomo non stato per condiviso dalla UIL secondo cui ci si trova di fronte ad un tavolo di concertazione a senso unico. Il Comune spiega Gianfranco Cartisano, segretario provinciale della federazione TU.C.S. dellUnione Italiana Lavoratori ha gi votato delle delibere per lassunzione solo di alcuni LSU, fra laltro prima della riunione del tavolo di concertazione e senza alcuna consultazione. Noi prosegue puntiamo invece alla regolarizzazione di tutti i lavoratori socialmente utili e abbiamo proposto a riguardo di integrare in una societ municipalizzata multi-servizi coloro che non rientrano nel piano di stabilizzazione. Il Comune non ha per preso nessun impegno preciso a tal proposito; e per questo conclude Cartisano - non abbiamo ritenuto opportuno sottoscrivere il documento. Lo stesso evidenzia poi alcune anomalie con cui ormai da anni sono alle prese gli LSU di Monte San Biagio. Le ultime in ordine di tempo riguardano il loro impiego per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, servizio affidato dal Comune ad una societ cooperativa che - dice sempre il segretario provinciale della UIL TUCS rifiuta il confronto coi sindacati. Ma anche il loro utilizzo presso alcune scuole, dove la presunta inefficienza del servizio di pulizia degli immobili verrebbe addebita proprio ai Lavoratori Socialmente Utili e non invece alle cooperative appositamente incaricate. Come gi riferito in altre occasioni, da oltre un decennio i circa 45 LSU di Monte San Biagio suppliscono, in pratica, alle carenze di organico dei dipendenti ufficiali; ma percepiscono compensi di gran lunga inferiori e sono inoltre costretti a rinunciare ad una serie di garanzie che spettano invece agli impiegati regolarmente assunti. Come, per esempio, i contributi previdenziali. Senza contare che i loro compensi mensili si aggirano intorno agli appena 500 euro circa. In considerazione delle limitate disponibilit finanziarie, il Comune si detto pronto ad assumerne una parte; ma questo alimenterebbe naturalmente una sorta di guerra tra poveri con gli esclusi. Per garantire una parit di trattamento nei confronti di tutti necessario pertanto un intervento da parte di altre istituzioni, come per esempio la Regione, la Provincia o lAzienda Sanitaria Locale.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 27/05/2008 Ore 17:11